Articoli filtrati per data: Settembre 2024

Il credito IVA sull’acquisto della prima casa da parte dei giovani under 36 può trovare spazio già nel 730/2023 per le case acquistate nello stesso 2023, senza dover per forza aspettare il modello del prossimo anno. Ovviamente, a parte i crediti riferirti agli acquisti 2023, troveranno spazio in dichiarazione anche quelli per gli acquisti 2022, fermo restando, in ogni caso, che il credito d’imposta non può essere chiesto a rimborso “cash” sul conto, ma deve appunto passare dal canale dichiarativo del 730.

Bonus prima casa under 36 con credito IVA

Ricordiamo anzitutto che il bonus prima casa under 36, istituito per favorire l’autonomia abitativa dei giovani di età non superiore a 36 anni che abbiano un ISEE massimo di 40.000 euro, racchiude questo tris di agevolazioni fiscali, estese anche alle eventuali pertinenze (box e/o cantine):

  • l’esenzione (sugli atti non soggetti ad IVA) dall’imposta di registro e dalle imposte ipotecaria e castale;
  • la riduzione del 50% sugli onorari notarili;
  • il credito d'imposta (sugli atti soggetti ad IVA) pari all'IVA corrisposta, credito che poi potrà essere portato in diminuzione dalle imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni dovute sugli atti e sulle denunce presentati dopo la data di acquisizione del credito, ovvero potrà essere utilizzato in diminuzione delle imposte sui redditi delle persone fisiche dovute in base alla dichiarazione da presentare successivamente alla data dell’acquisto.

 

Credito IVA prima casa nel Modello 730

Per quanto riguarda allora il credito IVA, a meno che non sia già stato portato in diminuzione su altre imposte extra 730 (vedi appunto registro, ipotecaria, catastale, successioni, ecc) la sua collocazione naturale è la dichiarazione dei redditi, con l’effetto pratico di una detrazione in piena regola sull’IRPEF lorda. Il punto è quando poter applicare il credito, e qui torniamo alla premessa.
 

IVA prima casa 2023 già nel 730/2023

Un contribuente, la cui domanda è stata poi pubblicata sul sito Fiscooggi.it, ha appunto chiesto se, comprando la prima casa nei primi mesi del 2023, si potesse comunque utilizzare il credito IVA riservato agli under 36 già nella dichiarazione dei redditi 2023 con riferimento all’anno 2022 (per cui è possibile chiedere assistenza a CAF ACLI), senza aspettare la dichiarazione 2024 in riferimento al 2023, l’anno in cui di fatto la casa è stata comprata.

La risposta dell’Agenzia ha dunque confermato che una delle opzioni plausibili è quella di “spendere” il credito “in sede di presentazione della prima dichiarazione dei redditi successiva all’acquisto”, dove per “prima dichiarazione successiva all’acquisto” può essere intesa:

  • la dichiarazione che in senso cronologico è appunto immediatamente successiva all’acquisto, e quindi ad esempio, ipotizzando che l’acquisto si avvenuto a marzo 2023, è possibile usufruire del credito già nel 730/23;
  • oppure, secondo il principio di cassa, la dichiarazione relativa al periodo di imposta in cui è stato effettuato l’acquisto, quindi il 730/24 riferito al 2023.

fonte: www.caf.acli.t

 

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L’indennità di accompagnamento è una prestazione di assistenza non reversibile di cui hanno diritto gli invalidi civili residenti in Italia totalmente inabili che si trovano nell’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, necessitano di un’assistenza continua. 

 

I destinatari dell’indennità di accompagnamento

L’indennità viene erogata a tutti i cittadini italiani o Ue residenti in Italia, ai cittadini extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo a condizione sempre che siano residenti nel nostro territorio. Per il riconoscimento del beneficio non sono previsti limiti minimi e massimi di età 

Possono ottenere la prestazione i soggetti che hanno:  

  • il riconoscimento di una invalidità civile totale e permanente del 100% accompagnata;
  • Impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore, ovvero l’impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita e conseguente necessità di un’assistenza continua. 

Tale status si realizza quando il soggetto riconosciuto invalido non riesce a compiere quelle azioni elementari che espleta quotidianamente un soggetto normale di corrispondente età e che rendono pertanto il minorato bisognoso di assistenza. 

 

Gli atti quotidiani della vita 

Per atti quotidiani della vita si intendono quel complesso di funzioni quotidiane della vita individuabili in alcuni atti interdipendenti o complementari nel quadro esistenziale d’ogni giorno: vestizione, nutrizione, igiene personale, espletamento dei bisogni fisiologici, acquisti e compere, preparazione dei cibi, spostamento nell’ambiente domestico o per il raggiungimento del luogo di lavoro, capacità di attuare le faccende domestiche, conoscenza del valore del denaro, orientamento spazio-temporale, possibilità di attuare condizioni di autosoccorso e di chiedere soccorso, lettura, messa in funzione della radio e della televisione, guida dell’automobile per necessità quotidiane legate a funzioni vitali. 

 

Per la tua domanda 

Le sedi del Patronato ACLIsono a tua disposizione per un’assistenza e consulenza personalizzata, al fine di poter richiedere le prestazioni alle quali hai diritto sulla base della tua situazione! 

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Con la riforma dell’Assegno Unico arrivano significative modifiche per l’Assegno Nucleo Famigliare, gli Assegni Famigliari, e per le pensioni della gestione privata.

Per le pensioni delle gestioni autonome (artigiani, commercianti ed esercenti) c’è una specifica regolamentazione, da valutare caso per caso.

 

 

Argomenti:

00:00 Introduzione

00:14 Assegno Unico Figli a Carico

00:36 Pensioni con presenza nipoti nel nucleo familiare

01:04 Pensioni gestioni autonomi

01:37 Pensione nuclei con figli maggiorenni under 21

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“La parità di genere nei luoghi di lavoro. Una scelta di civiltà e una opportunità alla luce del PNRR; La situazione vicentina” è il tema dell’incontro promosso dalle ACLI di Vicenza aps, in team con il Circolo ACLI DI BASSANO DEL GRAPPA PIETRO ROVERSI aps, che avrà luogo lunedì 12 giugno 2023 alle 20.30 al Centro Giovanile - Sala C, in Via Ognissanti 2/B a Bassano del Grappa, con relatore Massimo Giuseppe Zilio, consigliere provinciale ACLI di Vicenza aps.

“Le donne hanno in media più difficoltà a trovare un lavoro – spiega il presidente provinciale delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon – percepiscono salari più bassi e faticano ad accedere a posizioni di potere. A prescindere dalla formazione e dalla carriera, infatti, arrivare a occupare ruoli di potere decisionale e di leadership è ancora appannaggio degli uomini. La posizione sociale della donna è profondamente condizionata da immagini stereotipiche, che possono indurre comportamenti apertamente discriminatori da parte di uomini in posizioni di potere o capaci, comunque, di incidere sui percorsi di vita di molte donne, dall’infanzia, al momento della scelta del corso di studi, fino all’ingresso nel mondo del lavoro”.

L’incontro che si svolgerà a Bassano del Grappa rientra nell’ambito della rassegna “I nuovi volti del lavoro”, che è già stata presentata a Breganze e sarà itinerante nella provincia di Vicenza.

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“Da una vita per il lavoro ad una vita oltre il lavoro. I cambiamenti in atto nella società vicentina” è il tema dell’incontro in programma il prossimo mercoledì 7 giugno alle ore 20.30 a Palazzo Boschetti, in Via Cavour 5 a Schio, a cura di Andrea Luzi, Direttore Generale di Acli Service Vicenza srl, profondo conoscitore della materia, anche per la sua già pluriennale esperienza in qualità di responsabile della Presidenza nazionale ACLI aps al Welfare e Reti di impresa e Presidente Nazionale Caf Acli srl.

La serata rientra nell’ambito della rassegna "I nuovi volti del Lavoro" promossa dalle ACLI di Vicenza aps e dal CIRCOLO ACLI DI SCHIO aps, che è già stata proposta nel territorio di Breganze.

“Il Covid-19, come un tornado, ha mutato gli scenari della società – spiega il presidente delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon – i lavoratori sono stati rimescolati come delle carte da gioco. Sono nate nuove modalità di svolgere antiche attività, è stato introdotto lo smart working, ridisegnando i luoghi di lavoro, le abitudini di vita e, naturalmente, le relazioni interpersonali con i colleghi. La digitalizzazione si è imposta nel giro di poco tempo, per l’esigenza di far fronte ad una situazione oggettiva in cui l’isolamento appariva come l’unica carta da giocare. Oggi dobbiamo fare i conti, nel bene e nel male, con questo nuovo scenario del mercato del lavoro, che offre opportunità non trascurabili, ma richiede anche una certa attenzione e consapevolezza nell’agire quotidiano”.

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“La parità di genere nei luoghi di lavoro. Una scelta di civiltà e una opportunità alla luce del PNRR; La situazione vicentina” è il tema dell’incontro che avrà luogo giovedì 8 giugno alle 20.30 in Sala Meridiana - Via G. Mazzini 42 a Breganze, con relatore Andrea Luzi, Direttore Generale di Acli Service Vicenza srl, profondo conoscitore della materia, anche per la sua già pluriennale esperienza in qualità di responsabile della Presidenza nazionale ACLI aps al Welfare e Reti di impresa e Presidente Nazionale Caf Acli srl.

L’incontro chiude la rassegna "I nuovi volti del Lavoro", promossa dalle ACLI di Vicenza aps e dal CIRCOLO ACLI DON PIERO CARPENEDO aps.

“Le donne hanno in media più difficoltà a trovare un lavoro – spiega il presidente provinciale delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon – percepiscono salari più bassi e faticano ad accedere a posizioni di potere. A prescindere dalla formazione e dalla carriera, infatti, arrivare a occupare ruoli di potere decisionale e di leadership è ancora appannaggio degli uomini. La posizione sociale della donna è profondamente condizionata da immagini stereotipiche, che possono indurre comportamenti apertamente discriminatori da parte di uomini in posizioni di potere o capaci, comunque, di incidere sui percorsi di vita di molte donne, dall’infanzia, al momento della scelta del corso di studi, fino all’ingresso nel mondo del lavoro”.

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“Il sovraccarico assistenziale delle famiglie che si prendono cura degli anziani fragili o non autosufficienti” è il tema del terzo ed ultimo incontro del ciclo seminariale “Per una comunità a misura di anziani” promosso dall’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza.

Relatori del pomeriggio di approfondimento saranno il responsabile provinciale Fap Acli alle Politiche Sociosanitarie, Renzo Grison, Andrea Felline di Acli Service Vicenza Srl e Tiziana Ribic del Patronato Acli di Vicenza.

“L’iniziativa rientra nell’ambito dell’impegno assunto da tempo dall’Associazione – spiega il segretario provinciale dell’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza, Andrea Luzi – per la promozione della cultura dell’invecchiamento attivo ed al contempo per la difesa delle persone anziane fragili, con uno sguardo attento sull’azione delle istituzioni”.

L'impegno dei caregiver familiari si fonda sull'amore per i propri cari, ma molto spesso porta con sé tante rinunce. Il fenomeno oggi riguarda soprattutto le donne ma sono moltissimi anche i giovani, che scontano gravi conseguenze in termini di inclusione, opportunità formative e lavorative. Per affrontare queste sfide è necessario un cambiamento culturale che porti anzitutto alla condivisione dei carichi di cura.

“Ogni azione che porti a dare reale supporto e inclusione, ogni intervento o sperimentazione che porti a produrre buone pratiche è importante. Ma non basta. Non si tratta, infatti, solo di fare delle buone azioni o un buon progetto – aggiunge il segretario Luzi – si tratta di cambiare sguardo verso la società che, sempre più in questi decenni, ha teso a valorizzare l’individuo in sé e per sé, oscurando coscientemente la fragilità dell’essere umano e il suo bisogno intrinseco di relazioni, di reciproco riconoscimento e supporto”.

La rassegna con questo incontro si conclude, per riprendere a settembre con un incontro sull’amministrazione di sostegno. “Le tematiche individuate per i tre pomeriggi della rassegna – conclude il segretario Luzi – sono di estrema attualità e vanno nella direzione di una corretta informazione alle famiglie con anziani, avendo ben presente che la popolazione anziana è crescente anche nel nostro territorio e, quando non rappresenta una risorsa per il sostegno delle famiglie, non va assolutamente abbandonata. Ci dobbiamo prendere cura dei nostri anziani nel modo giusto, con la consapevolezza delle opportunità che le istituzioni offrono alle famiglie per lenire le faticose incombenze che questo tipo di assistenza comporta”.

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L’assegno di invalidità civile 

L’assegno di invalidità civile è riconosciuto agli invalidi civili con un’età compresa tra i 18 anni e i 67 anni nei cui confronti sia accertata una invalidità civile compresa tra il 74% ed il 99%. Come per la pensione di invalidità civile parliamo di un sostegno a carattere assistenziale, pertanto vanno rispettati determinati requisiti reddituali.  

I destinatari dell’assegno d’invalidità

La prestazione è erogabile in favore dei cittadini italiani residenti in Italia; a loro sono equiparati, purché sempre residenti in Italia, i cittadini comunitari e i cittadini extracomunitari legalmente soggiornanti nel territorio. 

Il beneficio può essere richiesto da soggetti che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 67 anni. La prestazione è concessa per 13 mensilità con decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello della presentazione della domanda per l’accertamento dell’invalidità, non è reversibile ai superstiti ed è pari, per il 2023, a 313,91 € al mese. Inoltre non è soggetta al prelievo Irpef.  

L’importo e il reddito rilevante 

 Per avere diritto all’assegnodi invalidità civile, gli interessati devono rispettare determinati limiti reddituali che, per l’anno 2023, non possono eccedere il valore di 5.391,88 euro. Nella determinazione del reddito rilevante si rammenta che sono valutabili i redditi di qualsiasi natura calcolati ai fini Irpef al netto degli oneri deducibili e delle ritenute fiscali. 

La compatibilità con altre prestazioni di invalidità 

 L’assegno mensile è incompatibile con le prestazioni dirette di invalidità a qualsiasi titolo erogate. Non ci sono invece ostacoli al riconoscimento di un’altra prestazione di tipo previdenziale non di invalidità (es. pensione di vecchiaia o pensione anticipatapensione ai superstiti) fermo restando tuttavia che il limite di reddito annuo personale resti al di sotto del limite di reddito stabilito dalla norma. 

La compatibilità con attività lavorativa 

Il beneficiario dell’assegno mensile può svolgere attività lavorativa purché non superi il limite di reddito previsto per il riconoscimento della prestazione. 

La trasformazione

La prestazione viene attualmente erogata fino al 67° anno di età. Al compimento di suddetta età l’assegno d’invalidità si trasforma automaticamente in assegno sociale. 

 

La pensione di invalidità civile 

La pensione di invalidità (o inabilità) civile è riconosciuta agli invalidi civili con un’età compresa tra i 18 anni e i 67 anni nei cui confronti sia accertata una totale inabilità lavorativa, ossia una invalidità pari al 100%. Si tratta di un sostegno a carattere assistenziale per il quale è necessario pertanto il rispetto di determinati requisiti reddituali. 

I destinatari della pensione d’invalidità

La prestazione è erogabile in favore dei cittadini italiani residenti in Italia; a loro sono equiparati, purché sempre residenti in Italia, i cittadini comunitari e i cittadini extracomunitari legalmente soggiornanti (si ricorda che la Sentenza della Corte Costituzionale 187/2010 ha fatto venir meno il presupposto della titolarità della carta di soggiorno per la concessione del trattamento in parola). 

Il beneficio può essere richiesto da soggetti che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 67 anni. La prestazione è concessa per 13 mensilità con decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello della presentazione della domanda per l’accertamento dell’inabilità, non è reversibile ai superstiti ed è pari, per il 2023, a 313,91 € al mese. 

Il reddito

Per avere diritto alla pensione di invalidità civile gli interessati devono rispettare determinati limiti reddituali. Per l’anno 2023 il limite di reddito annuo da rispettare è pari a 17.920,00 €. Nella determinazione del reddito rilevante sono valutabili i redditi di qualsiasi natura calcolati ai fini Irpef al netto degli oneri deducibili e delle ritenute fiscali. Non entra quindi nella valutazione del reddito l’importo stesso della prestazione di invalidità, le rendite Inail, le pensioni di guerra, l’indennità di accompagnamento nonché i redditi assoggettabili ad imposta sostitutiva dell’Irpef. Al riguardo occorre ricordare che anche la casa di abitazione è stata recentemente dispensata dalla valutazione del reddito. La corresponsione dell’assegno avviene sempre in misura piena se è soddisfatto il predetto requisito reddituale. 

La compatibilità con altre prestazioni e con lo svolgimento di attività lavorativa

La pensione di invalidità civile non è incompatibile con le altre prestazioni a carattere previdenziale erogate da forme di previdenza obbligatoria. La prestazione è compatibile con l’indennità di accompagnamento ed è compatibile anche con lo svolgimento di attività lavorativa. 

La trasformazione

La prestazione, come indicato, spetta attualmente sino al compimento di un’età pari a 67 anni. Al compimento della suddetta età la pensione si trasforma automaticamente in assegno sociale. 

Le maggiorazioni d’importo

L’importo base della pensione di inabilità civile può subire un aumento di 10,33 euro al mese (per tredici mensilità) qualora il titolare ed il coniuge non possiedano redditi superiori ad un determinato importo. Tale maggiorazione avviene a condizione che la persona titolare:

  • non possieda redditi propri per un importo pari o superiore all’ammontare annuo complessivo dell’assegno sociale e della predetta maggiorazione (per il 2023 questo valore è pari a 6.542,51 €);
  • non possieda, se coniugata, redditi propri per un importo pari o superiore a quello indicato nel punto precedente, né redditi, cumulati con quelli del coniuge, per un importo pari o superiore al limite costituito dalla somma dell’ammontare annuo dell’assegno sociale comprensivo della predetta maggiorazione e dell’ammontare annuo del trattamento minimo delle pensioni a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (per il 2023 questo limite è pari a 13.085,02 €).

Ai fini della valutazione del reddito valgono gli stessi criteri esposti in sede di riconoscimento della pensione di invalidità civile. Come per la pensione base anche la maggiorazione è corrisposta sempre in misura piena in caso di mancato superamento dei requisiti reddituali. 

L’incremento della maggiorazione

La maggiorazione al milione può essere conseguita a partire dal 18° anno di età e consente di integrare la pensione di invalidità in una misura tale da raggiungere i 660,79 € al mese nel 2023.

 

La domanda per assegno o pensione di invalidità civile

I requisiti vengono accertati da una Commissione operante presso ogni Asl. Il verbale emesso viene poi verificato dall’Inps che lo convalida o meno e può procedere anche ad un’ulteriore visita. Questo l’iter: richiedere la visita di accertamento (o aggravamento) dell’invalidità civile, quindi sia alla nascita che al momento dell’insorgere della disabilità; dopo aver ottenuto il certificato introduttivo dal proprio medico di famiglia, si presenta telematicamente la domanda all’Inps. L’assegno o la pensione, vengono corrisposti, in presenza dei requisiti sanitari, dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda amministrativa.

Le sedi del Patronato ACLIsono a tua disposizione per un’assistenza e consulenza personalizzata, al fine di poter richiedere le prestazioni alle quali hai diritto sulla base della tua situazione! 

Fonte: www.patronato.acli.it

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Sabato, 27 Maggio 2023 06:43

I contributi figurativi

PER MATURARE IL DIRITTO ALLA PENSIONE E AL CORRETTO TRATTAMENTO PENSIONISTICO, ANCHE PER I PERIODI DI ASSENZA DAL LAVORO

 

La parola può sembrare strana, nel classico linguaggio burocratico, ma significa sostanzialmente che il lavoratore può arrivare alla pensione conteggiando anche i periodi nei quali non ha lavorato – per cause non dipendenti dalla sua volontà o per situazioni sociali tutelate in base alla normativa vigente.

Ciò significa che il costo di questi contributi ricade direttamente sull’ente di previdenza, tutelando il lavoratore e assicurandogli il raggiungimento del traguardo-pensione, compensando dal punto di vista contributivo i mancati versamenti da parte dell’interessato e del datore di lavoro.

La materia è decisamente complessa, risulta pertanto indispensabile una consulenza qualificata come quella fornita dai servizi ACLI sul territorio.

 Argomenti

00:00 Introduzione

00:13 Cosa sono i contributi figurativi

00:38 Assenza forzata dal lavoro

01:01 Perché sono utili i contributi figurativi

01:21 Accredito non automatico

01:45 Accredito automatico

01:56 Casi particolari e sistema di calcolo

02:13 Info e contatti Patronato

 

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“L’assistenza agli anziani fragili o non autosufficienti. Aspetti critici e prospettive” è il tema del secondo incontro del ciclo seminariale “Per una comunità a misura di anziani” promosso dall’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza svoltosi il 25 maggio nella sede provinciale delle ACLI di Vicenza aps.

“La salute, così come nel 1948 l’ha definita l’Oms, è uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità. Una definizione chiara e quanto mai attuale – ha spiegato il responsabile provinciale Fap Acli alle Politiche Sociosanitarie, Renzo Grison – ma nella società moderna stiamo osservando, sempre più spesso, che nel contesto delle patologie croniche, la mancata aderenza alle terapie rappresenta un tema prioritario di salute pubblica. E si stima che una percentuale di pazienti che varia dal 30 al 50 per cento non assuma i farmaci prescritti, anche se tale valore può variare con le diverse patologie croniche. Per gli ipertesi si arriva al 55 per cento, così come per i malati di osteoporosi, si passa al 45 per cento per i diabetici di tipo 2, fino al 35 per cento per gli affetti da insufficienza cardiaca e per i soggetti con asma e Broncopneumopatia cronica ostruttiva”.

Le aspettative di vita sempre più elevate, hanno determinato un aumento importante delle persone con disabilità e non autosufficienti. Nel solo Vicentino i non autosufficienti sono oltre 19 mila ed un anziano su quattro over 80 è non autosufficiente.

“Tra gli over 85 la disabilità interessa quattro anziani su dieci – ha evidenziato Grison – ed è più frequente fra le donne (15 per cento) rispetto agli uomini (9 per cento). Interessa maggiormente le persone con problemi socioeconomici (28 per cento contro il 10 per cento di chi non lo è). Circa una persona su tre con disabilità grave vive da sola e tra gli over 75 la quota sale al 42 per cento. I non autosufficienti over 65 nel Vicentino sono oltre 19 mila, con un incremento del 7 per cento fra il 2015 ed il 2019, il più alto di tutto il Veneto ed un anziano su quattro over 80 non è autosufficiente”.

Significativo anche il dato dei non autosufficienti. “Il 96 per cento riceve aiuto dai propri familiari a domicilio – ha aggiunto Grison – il 36 per cento attraverso le badanti, il 13 per cento da conoscenti, il 12 per cento grazie alla rete degli operatori sociosanitari ed il tre per cento dalle associazioni di volontariato. Una persona su quattro con disabilità riceve un contributo economico per questa condizione, come l'assegno di accompagnamento”.

Sul modo di concepire l’anziano è intervenuto il segretario provinciale dell’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza, Andrea Luzi, che ha ricostruito storicamente il valore della figura dell’anziano, che per gli antichi greci andava emarginato, almeno per gli ateniesi, mentre per i romani erano considerati una straordinaria risorsa. “Una visione, quest’ultima – ha spiegato Luzi – che poco si discosta dalla più illuminata visione attuale del popolo con i capelli bianchi. A stupire, però, è il modo di concepire la vita da parte degli anziani, che secondo una recente indagine Istat, al pari dei più giovani, ritiene di condurre un’esistenza felice e fondata anzitutto sulle relazioni. Inoltre, si dicono sostanzialmente soddisfatti della propria condizione economica”.

Spesso, quando si parla di pensioni, gli anziani vengono additati quali elemento di destabilizzazione del sistema previdenziale. “Niente di più ipocrita – ha sottolineato Luzi – in quanto questo modo ottuso di vedere le cose non considera che gli anziani rappresentano la soluzione ai problemi economici di molte famiglie, quindi un vero e proprio ammortizzatore sociale. Senza considerare, poi, lo straordinario lavoro di accudimento dei nipoti che la gran parte dei nonni svolge a favore dei figli, sempre più presi dai frenetici impegni professionali”.

Cosa ci riserverà il futuro? “In futuro, all'aumentare della popolazione anziana, aumenteranno le persone non autosufficienti (si stima +43 per cento fra 20 anni) – ha concluso Grison – e, di conseguenza, aumenterà il fabbisogno di assistenza domiciliare e/o residenziale. Stanno aumentando i posti letto privati rispetto a quelli pubblici. Ed il 62 per cento dei "nuovi pensionati", oggi, percepisce un reddito da pensione inferiore ai 18.500 euro lordi l'anno, che non permette il pagamento di una retta media in un alloggio Rsa (21.900 euro/anno), compresa la quota sanitaria regionale”.

Il dialogo sarà la chiave di volta. “Ne siamo fermamente convinti – ha concluso Luzi – che il dialogo tra le generazioni potrà essere la sola via da perseguire, tanto più che anziani e giovani hanno molti punti di contatto, che agevoleranno il confronto costruttivo e produrranno effetti positivi per entrambe le generazioni”.

Gli incontri si concluderanno l’8 giugno dalle 17 alle 18.30 con l’incontro sul tema “Il sovraccarico assistenziale delle famiglie che si prendono cura degli anziani fragili o non autosufficienti”, con relatori il responsabile provinciale Fap Acli alle Politiche Sociosanitarie, Renzo Grison, Andrea Felline di Acli Service Vicenza Srl e Tiziana Ribic del Patronato Acli di Vicenza.

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