Articoli filtrati per data: Ottobre 2024

 730 integrativo: quando si può fare?

Il 730 integrativo è fattibile solo in alcuni casi, cioè in presenza di eventuali errori che il contribuente abbia commesso a proprio sfavore nel modello originario. Che significa? È chiaro che si tratta di errori non intenzionali, come dimenticanze o errata compilazione di importi. In pratica l’errore è a sfavore quando comporta uno svantaggio per il contribuente, che dunque ha l’opportunità di recuperare in tempi brevi con la soluzione dell’integrativo.

Si pensi ad esempio alle spese detraibili dimenticate. A tal riguardo potremmo citare il caso del rigo E1 – quello delle spese mediche – dove frequentemente capita di integrare modelli in cui i contribuenti hanno dimenticato di inserire uno scontrino qui o una fattura là, che spesso fanno la differenza se si tratta di importi non trascurabili. O magari quando una fattura medica, sportiva, universitaria ecc, che si credevano smarrite vengono improvvisamente ritrovate a dichiarazione ormai trasmessa.

In molti altri casi, invece, l'incremento delle detrazioni spettanti deriva dalla correzione dei carichi fiscali, soprattutto quando ci sono i figli di mezzo. Ad esempio capitano situazioni in cui si scopre che un figlio o un familiare ritenuto fiscalmente “autonomo” avrebbe in realtà potuto essere messo a carico perché detentore di un reddito imponibile non superiore alla soglia di 4.000 o 2.840,51 euro annui.

730 integrativo: quali tipologie esistono?

Una delle domande più ricorrenti è la seguente: ma è possibile trasmettere autonomamente un integrativo, come se fosse un normale 730 precompilato, oppure devo per forza affidarmi a un CAF/commercialista? In linea di massima la presentazione autonoma non è mai possibile come per i normali precompilati dell’Agenzia che vanno trasmessi entro il 30 settembre.

Distinguiamo però le diverse casistiche in modo da fare chiarezza. Il 730 integrativo presuppone infatti tre diverse tipologie che variano a seconda dell’errore commesso nella dichiarazione originaria. Abbiamo allora il modello di tipo:

  • “01” (cioè il codice numerico da inserire sul frontespizio per distinguere appunto la tipologia di integrativo), qualora la correzione fosse effettuata solo per modificare determinati redditi dichiarati in misura superiore rispetto a quelli effettivamente percepiti, oppure per inserire oneri detraibili/deducibili dimenticati in precedenza;
  • “02”, se invece si dovessero rettificare soltanto i riferimenti del sostituto d’imposta;
  • “03”, se le rettifiche riguardassero sia i dati del sostituto che i redditi computati in eccesso o le voci detraibili/deducibili.

a correzione è il 25 ottobre, termine annuo di presentazione dei cosiddetti modelli “integrativi”, 

730 integrativo: come si trasmette?

Quindi, per rispondere alla domanda “come trasmettere il 730 integrativo?”, va detto che l’unica casistica nella quale il contribuente potrebbe fare a meno di rivolgersi all’intermediario (CAF o commercialista che sia) è il modello di tipo “02”, quindi per correggere il quadro del sostituto d’imposta, per di più – attenzione – solo se il 730 originario fosse stato trasmesso in via autonoma tramite la precompilata sul sito dell’Agenzia. In tutti gli altri casi la trasmissione autonoma non è fattibile, quindi servirà per forza un intermediario come CAF ACLI. Dovendo infine correggere errori che hanno inciso sull’esito fiscale della dichiarazione, sotto forma di un minor credito o di un maggior debito, occorrerà presentare tutta la documentazione che dimostri la necessità di mettere mano al modello (quindi ad esempio le eventuali fatture dimenticate o gli eventuali redditi dichiarati in misura più elevata di quanto realmente percepito).

730 integrativo: quando scade?

La scadenza è fissata al 25 ottobre 2024.

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L’Indennità di Accompagnamento per l’anno 2024 è pari a 531,76 € al mese, per un totale annuo di 6.381,12 €.  

Questa indennità, come le altre provvidenze assistenziali, è esente da Irpef, quindi non è tassata e non va dichiarata nella denuncia dei redditi. Inoltre, non concorre alla determinazione del requisito reddituale per l’attribuzione di altre prestazioni sociali o assistenziali erogate dallo stato. L’indennità viene erogata al “solo titolo della minorazione”, cioè indipendentemente dal reddito personale, coniugale o familiare dell’avente diritto. 

La domanda 

I requisiti vengono accertati da una Commissione operante presso ogni Asl. Il verbale emesso viene poi verificato dall’Inps, che può convalidarlo o richiedere un’ulteriore visita. L’indennità viene corrisposta, in presenza dei requisiti sanitari, dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda amministrativa. 

La cumulabilità della prestazione 

L’indennità non è cumulabile con analoghi trattamenti di accompagnamento concessi per invalidità contratte per causa di guerra, di lavoro o di servizio. Tuttavia, è cumulabile con tutti gli altri trattamenti assistenziali e previdenziali (pensioni dirette o indirette) erogati dagli enti di previdenza. La prestazione è compatibile anche con lo svolgimento di attività lavorativa senza alcun limite di reddito. 

Le condizioni di erogabilità 

Sono esclusi dal diritto all’indennità di accompagnamento gli invalidi ricoverati gratuitamente in istituto di degenza o per fini riabilitativi. Il day hospital non è considerato ricovero e pertanto non influisce sull’erogazione dell’indennità di accompagnamento. Secondo la legge, per ricovero gratuito si intende quello con retta o mantenimento a totale carico di un Ente pubblico. Di conseguenza, l’indennità compete anche quando il contributo della Pubblica Amministrazione copre solo una parte della retta di ricovero. 

La tua domanda 

Per richiedere assistenza e consulenza per la domanda di Indennità di Accompagnamento, prenota qui il tuo appuntamento o trova la nostra sede più vicina. 

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Lunedì, 14 Ottobre 2024 06:37

BONUS NATALE 2024

Che requisiti servono?

100 euro, quindi, che andranno a rinforzare le tredicesime del 2024 e che non verranno conteggiati ai fini Irpef, ma che saranno vincolati a una richiesta esplicita da parte del lavoratore al proprio sostituto d’imposta. In altre parole per riceverli bisognerà prima chiederli, nessuna erogazione automatica, anche perché la platea dei beneficiari verrà circoscritta ai dipendenti in possesso di due requisiti precisi (non alternativi):

  • un reddito lordo annuo non superiore a 28.000 euro
  • la presenza del coniuge e di almeno un figlio (entrambi a carico)

 

Per quanto riguarda il requisito del coniuge, e la polemica sui genitori single e le coppie di fatto, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito definitivamente la situazione. Il coniuge deve essere "non legalmente ed effettivamente separato", ma non deve per forza esserci un matrimonio: il termine, infatti, si applica anche alle unioni civili.

In alternativa, ci deve essere un "nucleo familiare cosiddetto monogenitoriale". La famiglia monogenitoriale esiste se l'altro genitore è deceduto , oppure "non ha riconosciuto i figli" nati fuori dal matrimonio, oppure i figli sono adottati da un solo genitore, e la persona che richiede il bonus "non è coniugata", oppure è separata.

Le coppie di fatto sono escluse dal bonus?

L'Agenzia specifica però che non sono escluse le coppie di fatto, se il figlio in questione ha un solo genitore: "La situazione di convivenza more uxorio non preclude, ferma restando la sussistenza degli altri requisiti, la spettanza del bonus".

Se invece il figlio ha due genitori, non può ricevere il bonus chi "convive con l’altro genitore in un rapporto affettivo stabile dichiarato all’anagrafe comunale", oppure chi "convive con l’altro genitore senza alcuna formalizzazione all’anagrafe comunale", e ancora chi ha il figlio a carico ma "con una terza persona (in un rapporto affettivo dichiarato o meno all’anagrafe comunale)". In questi casi, infatti, risulta che ci sono due genitori, ma nessuno dei due ha un coniuge fiscalmente a carico.

 

Bonus Natale 2024: come si ottiene

Per avere il bonus da 100 euro, il dipendente deve "presentare al datore di lavoro una richiesta scritta in cui dichiara di averne diritto". Un'autocertificazione, quindi, in cui si indica il codice fiscale del coniuge a carico (se c'è) e quello del figlio o dei figli fiscalmente a carico. Nell'autocertificazione bisogna affermare esplicitamente che si hanno tutti i requisiti di reddito e i requisiti familiari previsti dalla legge.

Chi fa più di un lavoro part time può scegliere a quale datore di lavoro presentare la richiesta. Non sono chiare le tempistiche per la consegna di questo documento, ma chiaramente andrà consegnato prima che partano i pagamenti della tredicesima. Da parte sua, il datore di lavoro è tenuto a conservare le autocertificazioni in caso di controlli. Una volta erogata la somma, la potrà recuperare come credito da utilizzare in compensazione.


Chi rispetta i requisiti indicati, e durante l'anno ha lavorato, ma al momento non ha un lavoro, potrà detrarre la somma che gli spetta dalla prossima dichiarazione dei redditi. Al contrario, nel caso in cui un lavoratore ottenga una somma troppo alta, ma poi l'azienda non abbia più la possibilità di pagare la quota in eccesso, questa dovrà essere restituita con la dichiarazione dei redditi.

Come cambia l'importo del bonus in base a orari e contratti di lavoro
Il bonus Natale può valere al massimo 100 euro, netti perché non saranno tassati. Questo importo è "riproporzionato" rispetto al periodo lavorato durante l'anno. A contare saranno i giorni lavorati nel corso del 2024: chi ha lavorato per tutto l'anno avrà 100 euro, chi solo per sei mesi 50 euro, e così via. In ogni caso, a essere calcolato non è l'orario di lavoro: ad esempio, non c'è nessuna riduzione per chi ha svolto un lavoro part time.

 

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“Se non ci fossero gli anziani molte famiglie, specie le più giovani, non potrebbero esistere. I Nonni rappresentano, senza timore di smentita, il collante indispensabile per tenere uniti i nuovi nuclei familiari, nonché la colonna importante degli stessi nella quotidiana gestione dei figli e di molte incombenze domestiche”. Con queste parole il segretario dell’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza, Andrea Luzi, interviene in occasione della Giornata dei Nonni, riflettendo sul loro ruolo e sull’importante numero che interessa anche il Vicentino.

“Sono oltre 200 mila i nonni in provincia di Vicenza, considerando tali gli over 65 residenti nel territorio berico. Stando all’ultimo censimento Istat – prosegue il segretario Luzi - tra i 65 ed i 69 anni ci sono oltre 48 mila vicentini, mentre sono 45 mila quelli che rientrano nel segmento compreso tra 70 e 74 anni. I vicentini che hanno compiuto i 75 anni e sfiorano gli 80 sono oltre 38 mila. A preoccupare, però, è il dato relativo ai nuovi nati. Nei 12 mesi monitorati dall'Istat, nel 2021, il bilancio demografico è negativo: in provincia ci sono stati 6.163 nuovi nati, mentre le persone che hanno perso la vita sono state in tutto 8.751. Un trend che speriamo vivamente possa invertire la tendenza rapidamente, magari proprio contando sul prezioso apporto familiare degli anziani”.

Gli over 65, i più attivi, ma non certo gli unici, rappresentano una risorsa familiare e sociale straordinaria ed irrinunciabile per le comunità in cui si rendono disponibili anche nel volontariato.

“I nostri anziani sono una straordinaria risorsa – conclude il segretario Luzi – e non si adoperano soltanto nell’ambito familiare, dove il ruolo che rivestono è fondamentale, ma anche in diversi ambiti del sociale, dal volontariato sanitario a quello giovanile e sportivo. Un potenziale di sapere ed esperienza che, giorno dopo giorno, dobbiamo apprezzare e valorizzare sempre di più”.

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