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Giovedì, 30 Aprile 2020 11:14

1 Maggio. Le Acli: è forte il rischio che si creino nuovi poveri e nuove povertà

“Quello di domani sarà un primo maggio come non lo avevamo mai vissuto: la festa del Lavoro e dei Lavoratori probabilmente più difficile dal dopoguerra ad oggi. Difficile perché molti cittadini hanno perso (o stanno per perdere) il proprio posto di lavoro. Difficile perché altri lavoratori da mesi sono in prima linea e ne stanno pagando fortemente le conseguenze. Difficile perché molte aziende hanno un futuro incerto (se non già segnato) a causa del blocco economico imposto dal lockdown. Ma, soprattutto, difficile perché non c'è certezza su come evolverà la situazione epidemiologica e, conseguentemente, socio-economica nei prossimi mesi”. Con queste parole il presidente provinciale delle Acli di Vicenza, Carlo Cavedon, rappresenta la propria preoccupazione per i nuovi scenari del mondo del lavoro che il Coronavirus ha determinato e le conseguenze sui lavoratori e le famiglie.
“Certamente questa pandemia determinerà un ripensamento dell'organizzazione del lavoro e, auspico, un ripensamento dei valori fondanti la nostra comunità. Il bilanciamento tra produzione e garanzia delle tutele dei lavoratori – prosegue Cavedon – è oggi più che mai punto imprescindibile per pianificare un futuro di ripresa e di speranza. Questo virus ci riporta ad un assunto essenziale: prima di tutto viene la salute e la dignità di ogni individuo. E quando si parla di dignità si sottintende la possibilità di garantire una vita decorosa a se stessi ed alla propria famiglia”.
Le misure a sostegno delle persone sono previste, ma appaiono insufficienti a rispondere all’effettivo bisogno di tutti. “Il Governo ha messo in campo diversi strumenti di sostegno al reddito, ma i dati ci dicono che in troppi sono esclusi da tali ammortizzatori sociali, o che tali ammortizzatori non sono sufficienti per evitare il rischio di nuovi poveri e nuove povertà. Bisogna fare di più. Pur comprendendo la difficoltà di gestire una situazione drammatica e complicata come quella attuale – conclude Cavedon – è chiaro a tutti che la politica ha il compito di dare risposte più organiche e più chiare per vivere il presente, e il dovere di progettare un piano di rilancio che possa essere la base per un miglioramento organico del nostro Sistema Paese”.

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