La “quadra” sul Superbonus è arrivata sul filo di lana, grazie all’accordo raggiunto all’interno della maggioranza trovando spazio nel decreto contenente “Disposizioni urgenti in materia di termini normativi” approvato nel Cdm del 28 dicembre. Il provvedimento contiene quindi l’attesa risposta dell’esecutivo sul destino della maxi detrazione applicata alle opere edilizie. Non sarà una proroga in piena regola, come del resto aveva più volte smentito (e seccamente) l’entourage del ministro Giorgetti nelle settimane antecedenti all'approvazione del testo. La soluzione di compromesso ha portato il timone verso una specie di “sanatoria” emergenziale circoscritta ai “redditi più bassi” (come si legge nel comunicato di palazzo Chigi) che potranno così contare su un fondo ad hoc per reperire le risorse economiche con cui portare a termine i cantieri già avviati del 110%, mentre per tutti l'aliquota ufficiale di Superbonus - come previsto dalla tabella di marcia della scorsa manovra - scenderà ulteriormente dal 90 al 70% a partire dal 1° gennaio 2024.
Proroga Superbonus: nel 2024 scende al 70%
Quindi nessuno slittamento “urbi et orbi” del 110, solo un prolungamento ultra-selettivo che interesserà un insieme limitato di casi. Prima che il Governo approvasse il decreto, la spinta politica proveniente dall’ala forzista della maggioranza era quella di una proroga massiccia della detrazione. L’altra ipotesi che si era fatta avanti era quella di allungare il Superbonus per alcuni giorni del 2024 grazie al cosiddetto “SAL straordinario” (leggi: Stato di avanzamento dei lavori) che in buona sostanza avrebbe ammesso allo sconto del 110 tutte le fatture inviate all’AdE entro il prossimo 12 gennaio (ipotesi anche questa bocciata). Resta comunque inteso che per i lavori eseguiti (e pagati) entro il 31.12.23 sugli edifici unifamiliari e sulle unità immobiliari indipendenti e autonome potrà essere mantenuta la maxi aliquota del 110%, a condizione però che gli stessi lavori avessero raggiunto alla data del 30.09.22 una percentuale di completamento pari almeno al 30%.
Proroga Superbonus: cosa prevede il decreto del 28 dicembre
Detto questo, il decreto approvato in Cdm il 28 dicembre stabilisce che “al fine di tutelare i cittadini con i redditi più bassi e di consentire la conclusione dei cantieri ‘Superbonus 110%’ che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60 per cento al 31 dicembre 2023, è previsto uno specifico contributo, riservato ai percettori di redditi inferiori a 15.000 euro, in relazione alle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024. Il contributo sarà erogato, nei limiti delle risorse disponibili, dall’Agenzia delle entrate, secondo criteri e modalità determinati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze da adottarsi entro sessanta giorni e non concorrerà alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi”.
Proroga Superbonus: chi può chiederla
Ecco dunque il nocciolo di questa “toppa” normativa che tampona con una specie di ciambella “assistenziale” un ambito politicamente esposto come il Superbonus. Dovremo quindi attendere le modalità operative con cui il MEF decreterà – tra gennaio e febbraio – le procedure di richiesta del contributo riservato ai redditi inferiori a 15.000 euro. Il comunicato parla esattamente di “percettori” e non di nuclei, quindi ciò fa presumere che nella logica del legislatore la domanda potrebbe essere svincolata dall’ISEE familiare, ma fatta a nome di un’unica persona che nel 2023 non abbia avuto redditi superiori alla soglia indicata, dovendo comunque dimostrare che al 31.12 i lavori avevano raggiunto per lo meno un avanzamento del 60%
fonte: www.caf.acli.it