“L’assistenza agli anziani fragili o non autosufficienti. Aspetti critici e prospettive” è il tema del secondo incontro del ciclo seminariale “Per una comunità a misura di anziani” promosso dall’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza svoltosi il 25 maggio nella sede provinciale delle ACLI di Vicenza aps.
“La salute, così come nel 1948 l’ha definita l’Oms, è uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità. Una definizione chiara e quanto mai attuale – ha spiegato il responsabile provinciale Fap Acli alle Politiche Sociosanitarie, Renzo Grison – ma nella società moderna stiamo osservando, sempre più spesso, che nel contesto delle patologie croniche, la mancata aderenza alle terapie rappresenta un tema prioritario di salute pubblica. E si stima che una percentuale di pazienti che varia dal 30 al 50 per cento non assuma i farmaci prescritti, anche se tale valore può variare con le diverse patologie croniche. Per gli ipertesi si arriva al 55 per cento, così come per i malati di osteoporosi, si passa al 45 per cento per i diabetici di tipo 2, fino al 35 per cento per gli affetti da insufficienza cardiaca e per i soggetti con asma e Broncopneumopatia cronica ostruttiva”.
Le aspettative di vita sempre più elevate, hanno determinato un aumento importante delle persone con disabilità e non autosufficienti. Nel solo Vicentino i non autosufficienti sono oltre 19 mila ed un anziano su quattro over 80 è non autosufficiente.
“Tra gli over 85 la disabilità interessa quattro anziani su dieci – ha evidenziato Grison – ed è più frequente fra le donne (15 per cento) rispetto agli uomini (9 per cento). Interessa maggiormente le persone con problemi socioeconomici (28 per cento contro il 10 per cento di chi non lo è). Circa una persona su tre con disabilità grave vive da sola e tra gli over 75 la quota sale al 42 per cento. I non autosufficienti over 65 nel Vicentino sono oltre 19 mila, con un incremento del 7 per cento fra il 2015 ed il 2019, il più alto di tutto il Veneto ed un anziano su quattro over 80 non è autosufficiente”.
Significativo anche il dato dei non autosufficienti. “Il 96 per cento riceve aiuto dai propri familiari a domicilio – ha aggiunto Grison – il 36 per cento attraverso le badanti, il 13 per cento da conoscenti, il 12 per cento grazie alla rete degli operatori sociosanitari ed il tre per cento dalle associazioni di volontariato. Una persona su quattro con disabilità riceve un contributo economico per questa condizione, come l'assegno di accompagnamento”.
Sul modo di concepire l’anziano è intervenuto il segretario provinciale dell’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza, Andrea Luzi, che ha ricostruito storicamente il valore della figura dell’anziano, che per gli antichi greci andava emarginato, almeno per gli ateniesi, mentre per i romani erano considerati una straordinaria risorsa. “Una visione, quest’ultima – ha spiegato Luzi – che poco si discosta dalla più illuminata visione attuale del popolo con i capelli bianchi. A stupire, però, è il modo di concepire la vita da parte degli anziani, che secondo una recente indagine Istat, al pari dei più giovani, ritiene di condurre un’esistenza felice e fondata anzitutto sulle relazioni. Inoltre, si dicono sostanzialmente soddisfatti della propria condizione economica”.
Spesso, quando si parla di pensioni, gli anziani vengono additati quali elemento di destabilizzazione del sistema previdenziale. “Niente di più ipocrita – ha sottolineato Luzi – in quanto questo modo ottuso di vedere le cose non considera che gli anziani rappresentano la soluzione ai problemi economici di molte famiglie, quindi un vero e proprio ammortizzatore sociale. Senza considerare, poi, lo straordinario lavoro di accudimento dei nipoti che la gran parte dei nonni svolge a favore dei figli, sempre più presi dai frenetici impegni professionali”.
Cosa ci riserverà il futuro? “In futuro, all'aumentare della popolazione anziana, aumenteranno le persone non autosufficienti (si stima +43 per cento fra 20 anni) – ha concluso Grison – e, di conseguenza, aumenterà il fabbisogno di assistenza domiciliare e/o residenziale. Stanno aumentando i posti letto privati rispetto a quelli pubblici. Ed il 62 per cento dei "nuovi pensionati", oggi, percepisce un reddito da pensione inferiore ai 18.500 euro lordi l'anno, che non permette il pagamento di una retta media in un alloggio Rsa (21.900 euro/anno), compresa la quota sanitaria regionale”.
Il dialogo sarà la chiave di volta. “Ne siamo fermamente convinti – ha concluso Luzi – che il dialogo tra le generazioni potrà essere la sola via da perseguire, tanto più che anziani e giovani hanno molti punti di contatto, che agevoleranno il confronto costruttivo e produrranno effetti positivi per entrambe le generazioni”.
Gli incontri si concluderanno l’8 giugno dalle 17 alle 18.30 con l’incontro sul tema “Il sovraccarico assistenziale delle famiglie che si prendono cura degli anziani fragili o non autosufficienti”, con relatori il responsabile provinciale Fap Acli alle Politiche Sociosanitarie, Renzo Grison, Andrea Felline di Acli Service Vicenza Srl e Tiziana Ribic del Patronato Acli di Vicenza.