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Martedì, 20 Settembre 2022 06:55

La cura degli anziani: tre sfide per l'Italia che invecchia

La Terza età tra squilibrio demografico, conti pubblici e bisogni sanitari

Sono necessari maggiori investimenti nell'assistenza domiciliare, per i lavoratori senior e per le famiglie con persone non autosufficienti a carico

 

Il mondo sta invecchiando e l'Italia è uno dei paesi che invecchia più velocemente. Il tema non appassiona particolarmente i partiti politici impegnati nella campagna elettorale. Alcuni programmi rimandano ai risultati emersi dalla Commissione Paglia e alla necessità di dare una risposta ai bisogni degli anziani. Altri puntano sulla riforma delle Rsa nell'ambito della riorganizzazione del Ssn. Infine, c’è chi propone di istituire la figura di un 'Garante dei diritti della Terza età' o addirittura di un ministero per la Terza età.

 Secondo l'Organizzazione mondiale per la sanità, l'aspettativa media di vita a livello globale dal 2000 al 2019 è aumentata di oltre 5,5 anni, l'aumento più rapido verificatosi dal 1960. In ambito Ue, prima della pandemia, l'Italia era al primo posto in termini di speranza di vita alla nascita, pari a circa 81 anni

per gli uomini e 86 per le donne. Siamo invece all'ultimo posto in Europa per la fecondità, in Italia nel 2021 il numero medio di figli per donna è pari a 1,3. mentre le nascite - come testimoniato recentemente dall'Istat - hanno raggiunto il minimo storico di 399mila all'anno, rispetto a più di un milione negli anni del baby-boom.

Da questa situazione partono molte sfide, attuali e future.

La prima è quella della diminuzione della popolazione in età da lavoro rispetto alla popolazione totale, con il peggioramento del tasso di dipendenza giovani/anziani che mette a rischio la sostenibilità dei sistemi di welfare, in particolar modo i servizi diretti alle fasce più fragili della popolazione. La seconda sfida è quella dello spostamento in avanti delle tappe che caratterizzano i percorsi di vita delle persone: vivere più a lungo implica necessariamente anche lavorare più a lungo. La terza sfida riguarda la riforma delle pensioni, dibattitto attualissimo e sempre acceso… anche per dare lavoro ai giovani, il cui ingresso nel mercato del lavoro è sempre più esiguo, proprio per il crollo delle nascite: nei prossimi anni, in Italia ci saranno 1,5 lavoratori su cinque in meno. Si tratta di una riduzione senza precedenti, molto più forte che nel resto d'Europa e con potenziali implicazioni di lungo periodo sulla capacità delle imprese di reclutare e formare il personale.

 L'attenzione è concentrata quasi esclusivamente sulle nuove regole di pensionamento anticipato, mentre restano in ombra le politiche "attive" per l'invecchiamento, cioè tutte quelle misure che servono ad incentivare la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici al mercato del lavoro fino all'età del pensionamento. Il programma di "Garanzia per l'Occupabilità dei lavoratori" intende mettere a sistema le migliori esperienze maturate a livello regionale e superare l'eterogeneità dei servizi erogati su tutto il territorio nazionale; tuttavia, dice poco o nulla sul prolungamento delle carriere dei lavoratori senior in azienda e l'integrazione tra la gestione delle risorse umane nel settore privato e le politiche attive del lavoro dell'operatore pubblico. L' ultimo tema, ma solo in ordine di tempo, riguarda gli effetti dell'inflazione sulla spesa sanitaria. Negli ultimi 20 anni, anche a fronte di una sostanziale stagnazione dei prezzi dei beni, i prezzi dell'assistenza sanitaria hanno continuato a crescere a tassi del 2-3% (3% visite specialistiche, fino al 4,4% dci servizi paramedici), è quindi ragionevole assumere che presto l'inflazione andrà ad intaccare anche la capacità di spesa delle famiglie, soprattutto quelle in cui sono presenti anziani con malattie croniche o necessità di assistenza.

 Il meccanismo di trasmissione ai bilanci delle famiglie è duplice: da un lato l'aumento della spesa pubblica per la sanità grava sul debito pubblico e sulle tasse, dall'altro pesa sempre più la quota di spesa privata a carico delle famiglie.

Tenendo bene presente che di fatto il reddito disponibile delle famiglie a fronte dell'inflazione crescente vede una progressiva erosione rispetto al livello del 2020.

 La questione della cura degli anziani è centrale per il futuro del nostro welfare e, dopo i difficili anni di pandemia, necessita di un 'attenzione particolare da parte dell'azione del nuovo Governo che uscirà vincente dalle elezioni. Da tempo le famiglie chiedono servizi che consentano agli an­ziani non-autosufficienti di restare il più a lungo possibile nell'ambiente domestico, potendo contare su un'assistenza domiciliare qualificata. Nel corso dei prossimi anni sono previsti provvedimenti finalizzati alla definizione di livelli essenziali delle prestazioni per gli anziani.

 

 

La grande sfida all'inflazione si gioca quindi sul piano della riorganizzazione del Ssn, sulla ricerca di una maggiore efficienza ed accessibilità dei servizi di assistenza per gli anziani. I costi dell'invecchiamento che restano a carico delle famiglie devono essere contrastati con una maggiore prevenzione, con un'assistenza di qualità e con una rete di servizi che cambi totalmente la prospettiva mettendo l'anziano al centro.

 

(Da Avvenire 7/9/22)

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