Coloro che hanno superato i quarant’ anni ricorderanno certamente le estati della loro infanzia: papà e mamma si alzavano al mattino presto per stivare in auto i bagagli per assicurare tutto il necessario per la tanto agognata vacanza, che generalmente non durava mai meno di quindici giorni Sin dal giorno prima noi ragazzi eravamo in fermento e già immaginavamo quali nuove amicizie avremmo fatto al mare od in montagna, quanti bagni di sole e tuffi nell’ acqua salata o lunghe passeggiate nella natura incontaminata. Il desiderio della vacanza si materializzava per tutto l’anno e con molti sacrifici la famiglia risparmiava per uno dei pochi momenti in cui anche un sano consumismo era consentito. A fare da sfondo in quelle estati indimenticabili era la musica dai juke box e l’immancabile Festivalbar, che sanciva la fine dell’estate ed il ritorno a scuola, dove condividevamo con i compagni le avventure della bella stagione. La socialità e la bellezza di incontrarsi erano così presenti tra le persone, che era normale ad esempio tra i ragazzi imbattersi in folte compagnie. Allora come oggi i problemi non mancavano, anzi erano maggiori di quelli attuali, ma prevaleva la speranza di futuro e la voglia di vivere in allegria. Oggi che sono un uomo maturo capisco quanto importante sia stato essere cresciuto in quel clima di fiducia e apertura verso gli altri e quanto sia necessario anche oggi riappropriarci della bellezza e della leggerezza, guardando un tramonto in vacanza o dal balcone di casa propria o cercando l’incontro con le persone e mettendo in secondo piano altre cose. Abbiamo bisogno tutti di un po’ di serenità e di pace interiore ed è ciò che vi auguro amici lettori.