Ricorrono cinquant'anni dalla pubblicazione di un testo fondamentale di Giovanni XXIII: l'ultima sua enciclica, la "Pacem in terris", la prima rivolta da un papa non solo ai vescovi, "al clero ed ai fedeli di tutto il mondo", ma anche "a tutti gli uomini di buona volontà". Si tratta di un convegno di studio ed approfondimento promosso dal Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) e dal settimanale diocesano La Voce dei Berici, in collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro, la Commissione giustizia e pace, Acli, Ac, Agesci, Aimc, Cif, Ucid, Uciim, Ugc, Associazione ex allievi del Patronato Leone XIII. “La Pacem in terris – spiega Mario Zocche, presidente del Meic di Vicenza – rappresenta una pietra miliare nella dottrina sociale della Chiesa cattolica, una trattazione innovativa delle questioni riguardanti "la pace fra tutte le genti". Suscitò enorme risonanza: in piena guerra fredda, a pochi mesi dalla crisi dei missili sovietici a Cuba e dopo la prima sessione del Concilio, che alla promozione della pace e alla comunità dei popoli avrebbe dedicato attenzione nella costituzione sui rapporti tra chiesa e mondo "Gaudium et spes". Domenica 14 aprile dalle 9.30 alle 12.30, al palazzo delle Opere Sociali in piazza Duomo n. 2, si confronteranno Antonio Papisca, professore di Relazioni internazionali e fondatore del Centro diritti umani dell'Università di Padova, che parlerà del "progetto di un ordine mondiale sostenibile e il metodo dei segni dei tempi" e Guido Formigoni, docente di storia contemporanea all'Università Iulm di Milano, che interverrà sul tema "Cristiani e questioni internazionali dal Concilio ad oggi".
Venerdì, 12 Aprile 2013 06:48
Convegno Pacem in terris
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