Benessere integrale per la terza e quarta età, questa è la nuova frontiera
Un anziano in salute è una risorsa per la società. Corpo e mente sani, per avere maggiore fiducia in se stessi e continuare a sostenere la famiglia e continuare ad essere parte attiva nella propria comunità.
Il benessere integrale degli anziani deve essere dunque al centro di una strategia sociale che riconosce a queste fasce d’età un ruolo sempre più essenziale.
Il mese di ottobre si apre con la festa dei nonni, allargata a tutti gli ultra sessantacinquenni: una popolazione in costante aumento nei prossimi anni e che si scopre sempre più in grado di dare un apporto di esperienza, nelle famiglie e nel lavoro, con la capacità di ascoltare, consigliare, elaborare cultura, tramandare tradizioni che costituiscono l’identità personale e collettiva.
La pandemia è stata una esperienza dura, per tutta la società ma soprattutto per loro, gli anziani che (lo ricordiamo) all’inizio erano visti con sospetto, come un peso e un pericolo … e poi l’isolamento, senza vedere i figli, i nipoti gli amici: ora c'è tanta voglia di ripartire, di ritornare attivi, in salute.
É interesse di tutta la società favorire il mantenimento dall'autosufficienza della persona anziana, per una buona e dignitosa qualità di vita.
Le rilevazioni statistiche dicono di una forte ripresa di domanda e di partecipazione ad incontri culturali, viaggi, iniziative sociali...
Di rapporti da recuperare e "cose da fare; anche se con la crisi energetica in a causa della guerra in Ucraina si profilano mesi decisamente difficili.
Ma le sfide del lockdown hanno stimolato negli anziani nuovi interessi, in particolare verso gli strumenti digitali; e così si è avvertita la necessità usare i social e il computer, di tenersi in contatto con WhatsApp, di usare lo Spid (identità elettronica) per accedere alla documentazione sanitaria, di partecipare a video-conferenze, superando resistenze psicologiche e pregiudizi dovuti al proprio percorso di lavoro e di formazione.
Prioritaria resta comunque la salute che può essere garantita solo con una attenta prevenzione delle malattie non solo geriatriche, tenendo presente che chi è in buona salute, autonomo e capace di organizzarsi, può avere degli acciacchi dovuti all'età.
Ma, a parte i casi di invecchiamento precoce, oggi un 70enne in forma non può dirsi anziano nell'accezione comune, per cui si parla di terza e di quarta età', anche perché crescono statisticamente i bisnonni con figli ultra sessantenni che li accudiscono.
Come fare allora per assicurare la buona salute alle terze e quarte età?
Le strutture sanitarie, sia a livello nazionale che territoriale, devono porsi questo interrogativo e attuare politiche concrete, in particolare per assicurare l’accessibilità ai servizi, snellendo le procedure burocratiche che rendono ancora più fragili le persone in difficoltà, soprattutto sole.
E se talvolta si rileva la carenza di medici di base (in avvicendamento di quelli che vanno in pensione) a livello nazionale le associazioni di categoria fanno notare che in Italia mancano circa 30mila specialisti, da distribuire sui territori in base alla popolazione delle singole regioni.
Si dovrebbe pensare anche alla creazione blocchi residenziali inseriti nei contesti urbani, adatti alle terze e quarte età, con aree specifiche per favorire la socialità e il benessere “integrale” dell’anziano.