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Lunedì, 22 Agosto 2022 16:18

Credere nella democrazia anche se la politica dimostra scarsa credibilità

Non c’è pace, benessere e giustizia sociale se non si coltiva e accudisce l’ordinamento democratico e lo spirito solidaristico di un paese. Le elezioni sono una parte fondamentale di ogni democrazia, e proprio per questo non possono essere vissute con superficialità, sia da parte dei politici che da parte dei cittadini.

L’art. 1 della Costituzione stabilisce che “l’Italia è un Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. La democrazia, quindi, è intesa come parte costituente del nostro ordinamento repubblicano, mentre il lavoro come elemento fondante della nostra società.

Basterebbe concentrarsi sulla tematica del lavoro per poter giudicare i vari programmi elettorali presentati dai partiti. Si pensi al tema della sicurezza nel mondo del lavoro e di salari adeguati, o al tema del futuro dei nostri giovani. Alle politiche attive del lavoro ed agli ammortizzatori sociali, o alla scuola, alla green economy, alla pianificazione industriale. Alla questione energetica, dell’evasione fiscale, della conciliazione tra vita e lavoro, dell’età pensionistica legata alla sostenibilità delle risorse pubbliche. Ed ancora al problema della denatalità e della conseguente necessità di manodopera straniera, della riduzione degli investimenti nel campo sociosanitario.

In definitiva, basterebbe articolare tutto quello che è legato al tema del lavoro per valutare un programma elettorale. Ma la questione cruciale è un’altra: i programmi sono stati stesi pensando al bene comune della nostra Nazione o con spirito divisivo?

Ogni partito si dice a favore dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati e delle donne, propone ricette che, a parole, sembrano le migliori, ma sappiamo tutti che non è così, che molti fanno pura propaganda promettendo l’impossibile.

Servirebbe maggior serietà: i dati ci presentano un’Italia con un debito pubblico gigantesco, un’inflazione che non si vedeva da diversi decenni, retribuzioni ferme, un Paese in grave stato di denatalità, che farà mancare la forza lavoro necessaria a sostenere il livello di welfare attuale, indici di evasione fiscale indegni di una Nazione occidentale, una società dove la povertà aumenta anche tra chi un lavoro ce l’ha.

Ad oggi la sensazione che si ha nel vedere le contorsioni di molti politici e la mancanza di coerenza dei partiti può far dubitare sull’importanza di esercitare il proprio diritto di voto, tanto più che non ci è data la possibilità di votare direttamente i candidati, bensì liste preconfezionate dai leader di partito. La tentazione di non votare è forte in moltissimi cittadini, ma la democrazia è preziosa e non possiamo darla per scontata. Il diritto di voto è una delle forme di libertà individuale più importanti che abbiamo, una delle massime forme d’espressione democratica. Dobbiamo schierarci fermamente a favore della democrazia, ed il modo migliore per farlo è votare alle elezioni, anche se questo comporta turarsi il naso.

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