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Uno stile di vita “neuroprotettivo”: attività fisica, alimentazione corretta, avere cura di sé e coltivare buone relazioni sociali

Anche il nostro cervello subisce, come tutti gli altri organi del corpo, un processo di naturale invecchiamento. Una diminuzione nell’efficienza di alcune funzioni cognitive, come la memoria, l’attenzione e la velocità di elaborazione delle informazioni che si manifesta con più o meno velocità con il passare degli anni. Queste manifestazioni sono fisiologiche e caratteristiche delle fasi avanzate della vita, in cui comunque altre funzioni cerebrali si mantengono integre. La comparsa di ragionamenti scombinati, disturbi del linguaggio, dell'orientamento e disturbi della personalità e del comportamento, caratterizzano invece situazioni patologiche, come i vari tipi di demenza che impediscono alla persona di condurre una vita autonoma. 

Gli studiosi e i ricercatori del settore ci informano che la causa del fisiologico invecchiamento cerebrale ma anche delle demenze patologiche è multifattoriale ed è fortemente legata agli stili di vita di ciascuna persona. Solo per le demenze patologiche si riconosce una componente genetica comunque minoritaria, che va dal 5% per l'Alzheimer al 20% per tutte le altre forme di demenza. Ci avvertono inoltre che l'attuazione di strategie per ritardare il fisiologico invecchiamento cerebrale produce effetti positivi anche in chi possiede alcune varianti genetiche che, come detto, possono aumentare il rischio di sviluppare demenza.

C'è poi unanimità tra gli studiosi di neuroscienze nel definire i comportamenti che possiamo mettere in atto per aiutare il nostro cervello a invecchiare più lentamente e preservare il più a lungo possibile le sue funzioni:

-una regolare attività fisica;

-una alimentazione corretta prevalentemente vegetale, privilegiando i cereali integrali;

-prendersi cura della propria salute fisica (in particolare di obesità e diabete e delle malattie cardiovascolari) e psicologica (ansia e depressione);

-coltivare le relazioni sociali;

-mantenere il cervello allenato e aumentare la propria “riserva cognitiva”.

E’ importante far lavorare il cervello durante tutta la vita, dopo il pensionamento e anche in età avanzata: leggere e studiare, informarsi, viaggiare, coltivare un hobby, cimentarsi in nuove esperienze e, in generale, non smettere mai di essere curiosi e di imparare.

La “riserva cognitiva” è una “dote mentale” che ciascuno di noi può costruirsi nel corso degli anni e che, una volta giunti all’età più avanzata, ha un effetto protettivo contro il declino cognitivo e altre problematiche a carico del cervello. Questa riserva è il risultato dell’accumulo nel tempo di conoscenze ed esperienze cognitivamente stimolanti che si traducono in meccanismi neurofisiologici. Infatti gli studiosi di neuroscienze ci dicono che l’utilizzo regolare delle facoltà cognitive durante la vita permette di stabilire un numero elevato di connessioni sinaptiche (collegamenti) tra i neuroni, le cellule del cervello, le quali diventano utili quando altre si deterioreranno per cause patologiche o connesse all’invecchiamento.

Tenendo conto delle considerazioni appena fatte, e consapevoli che gli incontri formativi, educazionali e culturali in presenza dovranno attendere ancora qualche mese, la Fap Acli di Vicenza ha attivato, all’ interno del sito web delle ACLI Vicentine, una sezione riservata ai propri soci e dedicata alla formazione permanente. Sono già disponibili video-incontri su come   invecchiare bene ed in salute con argomenti inerenti la prevenzione delle malattie e la promozione della salute e del benessere psico-fisico, attraverso soprattutto corretti stili di vita. Sono inoltre già disponibili video-incontri relativi ai temi ambientali e proposte di avviamento e addestramento all' utilizzo delle tecnologie digitali che stanno avendo un forte impatto nella nostra vita quotidiana. Abbiamo altresì già contattato vari esperti che ci proporranno prossimamente approfondimenti su argomenti culturali e artistici, di vita spirituale e di fede.

L'obiettivo di questa iniziativa riservata a tutti i soci della FAP vicentina è di fornire degli strumenti per aiutarci appunto ad invecchiare bene e in salute, restando attivi e ancora protagonisti nelle relazioni familiari e sociali.

Se ci sono suggerimenti e proposte di argomenti da approfondire, saremo lieti di accoglierli e studiarli con l'aiuto dei nostri esperti.

L’ accesso ai video-incontri formativi potrà essere effettuato dai soci FAP, attraverso il sito web delle Acli di Vicenza, cliccando in alto a destra sulla scritta FAP formazione e seguendo le istruzioni fornite. Dopo la registrazione nella piattaforma formativa, i soci FAP potranno vedere i video incontri in qualsiasi momento della giornata, secondo le disponibilità di tempo, potendoli rivedere anche più volte, qualora interessati.

 

 

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Il 2020 ed il 2021 saranno ricordati come un biennio di straordinaria importanza nelle vicende umane, a causa del drammatico manifestarsi della pandemia da Covid-19. In questi giorni il nostro Paese sembra avviarsi al ritorno ad una situazione generale di quasi normalità, per effetto dei positivi dati scientifici correlati alla forte riduzione dei contagi. Cercare di trarre un bilancio di un periodo così travagliato è un tentativo estremamente complesso, ma in primo luogo intendo evidenziare che, a mio avviso, le ferite provocate dall’emergenza Covid-19, con il loro strascico di decine e migliaia di morti in Italia e di milioni nel mondo, rappresenta la punta di un iceberg di sofferenze ancora più profonde e non tracciabili dai tamponi antigenici: lacerazioni psicologiche, drammi economici, deterioramento dei rapporti familiari, difficoltà ad immaginare un futuro e marginalizzazione di anziani e giovani, categorie più di altre colpite da un processo di atomizzazione sociale. Come ACLI di Vicenza aps siamo chiamati a dare ancora più valore alle tipiche fedeltà associative, che da sempre sono orientate al prendersi cura e a valorizzare la persona e le comunità. E’ necessario ripartire, allora, dalla riscoperta della socialità, della solidarietà e del mutuo aiuto tra le persone, dalla bellezza dell’incontro con l’altro e dal carisma che ciascuno può esprimere nel perseguimento del bene comune .

Prima di chiedere alle istituzioni, alla società organizzata ed alle infrastrutture dello Stato orientate alla tutela dei cittadini  in attuazione dei precetti costituzionali, le ACLI di Vicenza aps si interrogano quotidianamente su cosa possono fare per gli altri e la risposta è una sola: rimettere al centro le persone e le comunità e questo, gentili lettori sarà il nostro impegno quotidiano ora e negli anni a venire.

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Lunedì, 17 Maggio 2021 15:52

Stati Generali della natalità

Cari lettori, care lettrici,

lo scorso venerdì 14 maggio si sono svolti a Roma gli Stati Generali della Natalità, un evento promosso dal Forum delle Associazioni Familiari, dove si è discusso di una delle tematiche più importanti per il destino della nostra Italia: il declino demografico.

 

Quale futuro può avere una nazione dove nascono sempre meno bambini e l'aspettativa di vita, fortunatamente, migliora ogni anno? Chi potrà sostenere il sistema di welfare futuro, o il mostruoso debito pubblico italiano, se la forza lavoro sarà insufficiente a generare ricchezza?

 

Tanti quesiti ai quali, esperti e personalità del calibro di Papa Francesco e Mario Draghi, hanno cercato dare risposta. Sicuramente una presa di coscienza importante da parte della classe dirigente di questo Paese che, speriamo, possa far invertire quanto prima una vera e propria trappola demografica che si delinea all'orizzonte.

 

Di seguito potete trovare i link relativi ai vari interventi in modo che possiate approfondire ciò che più vi interessa. 

 

https://www.statigeneralidellanatalita.it/

 

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Il 23 marzo scorso, su iniziativa della vice presidente del Senato Paola Taverna, è nato ”Longevità. Prospettive socio-economiche”, un intergruppo parlamentare  composto dai rappresentanti di varie forze politiche e da numerosi enti e associazioni che da tempo si occupano della tutela degli anziani.  A farne parte è stata invitata anche la Fap- Acli, rappresentata dal Segretario Nazionale, il vicentino Serafino Zilio.

La  vice presidente del Senato ha richiamato e commentato il disegno di Legge già depositato da mesi presso il Senato, che si propone di far introdurre all’art. 31 della Costituzione gli anziani quale ulteriore categoria nei cui confronti la Repubblica assume l’impegno di intervenire fattivamente, tutelandoli e sostenendoli. “Vogliamo inserire all'art.31 un diretto richiamo alla persona anziana, vogliamo favorirne la più ampia partecipazione possibile alla vita sociale del Paese, impedendo che vengano emarginati e anzi facendo sì che possano vivere in autonomia e svolgendo un ruolo attivo”. L'Intergruppo - ha aggiunto la Senatrice Taverna, - “si pone l'obiettivo di raccogliere le diverse competenze ed esperienze per affrontare il tema della longevità da vari punti di vista, non lasciando alcun aspetto inesplorato e, soprattutto, dando la giusta attenzione all'enorme patrimonio che i nostri anziani rappresentano".

Gli over 65 sono da alcuni anni al centro dell'attenzione della società ed anche dei media: un esercito di quasi 14 milioni di persone, il 23% della popolazione italiana in costante crescita. L’Italia si colloca tra i Paesi più longevi al mondo, con una speranza di vita a 65 anni - anche se non sempre in buona salute, fino a 84 anni per gli uomini e 87 per le donne, migliore di 1 anno in più per entrambi i generi rispetto alla media dell’Unione Europea. Questo contribuisce, accanto alla forte contrazione della natalità  (1,29 nascite per donna – Istat  2018),  all'invecchiamento della popolazione italiana (età media 45 anni,  10 anni fa era 43). L’invecchiamento della popolazione determina inevitabilmente una serie di problemi  sanitari, sociali, economici  che si intrecciano e si accompagnano all’aumento del carico delle malattie croniche proprie degli anziani (ma anche di molti under 65) come quelle cardiovascolari, il diabete mellito, la malattia di Alzheimer e altre patologie neurodegenerative, le patologie neoplastiche e le malattie polmonari ostruttive, le quali comportano un massiccio aumento di consumo di farmaci, frequenti visite mediche e accessi  ospedalieri.

Nel 2019 la spesa sanitaria pubblica è stata di oltre 117  miliardi di euro e l' 80% ha riguardato malattie croniche. Quella privata ha superata quota 34 miliardi. (Rapporto sul monitoraggio sulla spesa sanitaria italiana 2020).  Accanto a questa, va considerata anche la cosiddetta spesa socio-sanitaria cioè quella caricata sul bilancio sociale ma a valenza sanitaria (comprende principalmente i costi per l'assistenza socio-sanitaria domiciliare ai fragili e non autosufficienti), che è stata nel  2017 di quasi 42 miliardi di euro, di cui circa il 25% ovvero, 12 miliardi, ha pesato sulle tasche delle famiglie italiane  (Report Gimbe 8/2019). Sia la spesa sanitaria che quella socio-sanitaria sono in crescita progressiva e costante.

Le malattie croniche hanno dunque un peso determinante nella costruzione della spesa sanitaria degli italiani, Ed è pure evidente che gli anziani sono in maggioranza affetti da malattie croniche. Ma una lettura superficiale e settaria di questi dati può portare a conclusioni inquietanti oltre che errate. Come i risultati di una ricerca del CENSIS del 2020, in piena pandemia da Covid-19,  in cui metà dei giovani intervistati avrebbe voluto penalizzare gli anziani nell’accesso alle cure e alle risorse pubbliche.  Inoltre il 35% dei giovani  si dichiarava convinto che sia troppa la spesa pubblica per gli anziani, dalle pensioni alla salute, a danno dei giovani. E' forte il rischio di una grande frattura intergenerazionale tra anziani e giovani proprio su temi di valore fondamentale come la salute e la sicurezza sociale che hanno rappresentato e devono ancora rappresentare i pilastri della coesione e solidarietà sociale, che reggono il welfare italiano, che tutti i Paesi ancora ci invidiano nonostante i tagli e gli stravolgimenti degli utimi anni. E'' evidente pertanto che la politica deve assumere pienamente le proprie responsabilità e farsi carico di rimarginare quanto prima questa rottura  attraverso politiche economiche e di lavoro che da un lato favoriscano l’occupazione giovanile e, dall’altro, contribuiscano a sviluppare un nuovo modello di welfare orientato alla tutela della salute di tutti i cittadini, con adeguate strutture, mezzi e personale di assistenza negli ospedali e nel territorio. La situazione demografica e socio-economica può inoltre essere compensata solo con la combinazione di altri due fattori: la gestione di politiche migratorie che favoriscano la stabilizzazione di persone in età lavorativa nei paesi europei e in Italia e una svolta epocale nelle politiche sociali che sia in grado di mutare i comportamenti degli individui e delle famiglie, intervenendo in particolare sull’innalzamento del tasso di fecondità. A  tal proposito si ritiene che la proposta di assegno unico per i figli possa diventare  uno strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno delle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino ad oggi vigenti.

Ma oltre a queste strategie bisogna fare anche una azione di corretta informazione pubblica delle reali cause dei costi sanitari e socio-sanitari  che sono in continua crescita e che non sono affatto dovuti prevalentemente a cause demografiche e più specificatamente agli anziani.

E' in questo senso che ritengo vada letta l'attenzione che ora anche le istituzioni italiane ai più alti livelli rivolgono agli anziani con la volontà di favorirne la più ampia partecipazione possibile alla vita sociale del Paese” e di  abbandonare uno stereotipo che ha visto per molto tempo considerare gli anziani solamente un peso e un costo per la società.

E non è un caso che l'intergruppo parlamentare si sia costituito al Senato. Infatti nel gennaio 2018 proprio il Senato aveva prodotto l' importante Documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulla sostenibilità del servizio sanitario nazionale”,“ in cui al punto 17 si affermava che “ Le persone anziane sono una risorsa, non un rischio per la sostenibilità del sistema. Gli studi internazionali sulla dinamica della spesa sanitaria giungono tutti a una importante conclusione: l’invecchiamento della popolazione è un fattore di crescita della spesa sanitaria in grado di giocare un ruolo relativamente modesto nel medio lungo periodo, certamente inferiore a quello giocato dal fattore tecnologico, dall' aumento dei costi di produzione data l’alta intensità di lavoro, fattore produttivo difficilmente sostituibile; dallo sviluppo economico che aumenta l’attenzione delle persone al benessere e al contempo genera nuovi bisogni di salute e da un complesso insieme di fattori esogeni (istituzionali, politici, culturali, ecc.) di difficile identificazione. Si veda fra tutti lo Studio Oecd (Ocse 2013), il quale mostra che dal 1995 al 2009, la spesa sanitaria pubblica è cresciuta in termini reali del 4,3% all’anno, di cui solo 0,5 punti sono attribuibili al fattore demografico”.

Nella pratica quotidiana e nella vita dei nostri territori, gli over 65  sono da tempo una risorsa fondamentale per la nostra società: più di 1 milione di anziani attivi si dedicano al volontariato e circa 5 milioni si prendono cura di altri longevi, attivando così un virtuoso circuito di mutuo sostegno generazionale. I nonni italiani sono i più occupati in Europa nella cura dei nipotini mentre i genitori lavorano e nei momenti di emergenza, quando i bambini sono malati e 27,6 miliardi di euro annui è il calcolo del  valore dell’accudimento dei nipoti, un lavoro non pagato che è parte di una vera e propria economia sommersa, decisiva per il nostro paese dato che rappresenta un pilastro del welfare familiare di cui gli over 65 sono dunque protagonisti indispensabili. Ma oltre a questo, i longevi italiani costituiscono un vero e proprio ammortizzatore economico: circa 7 milioni e mezzo di anziani erogano soldi a figli e nipoti e 1 milione e 700.000 di loro lo fa regolarmente. La spesa degli over 65 è comunque molto articolata. Comprende, oltre all'aiuto ai figli, soprattutto i costi per la salute, visite e controlli medici, ma anche per il benessere personale e, da parte degli anziani “ancora giovani”, spese per attività culturali, hobby, turismo, viaggi e vacanze. Una spesa degli over 65 nel nostro Paese che  viene stimata in 200 miliardi, ovvero un quinto dell’intero ammontare dei consumi delle famiglie, cifra che entro il 2030, secondo le proiezioni di Confindustria, dovrebbe salire al 25% del totale. Insomma, un lavoro non pagato,  una solidarietà intergenerazionale e una spesa sempre maggiore in beni, servizi, consumi che sono parte di una vera e propria economia sommersa, che prende il nome di “silver economy” e che è decisiva per la ripresa e il benessere del nostro Paese.

“La costituzione dell’Intergruppo parlamentare dedicato alla Longevità, ci dice  il nostro Segretario nazionale Serafino Zilio, rappresenta un importante passo avanti  per favorire la massima partecipazione sociale di una fetta di popolazione destinata a diventare sempre più ampia. Siamo solo agli esordi, stiamo per arrivare al focus principale; inserire nella nostra legislazione una visione della popolazione longeva come risorsa da mettere in risalto e valorizzare in modo adeguato, a partire dalla integrazione dell’articolo 31 della Costituzione, fino all’istituzione di un Servizio Civile della Terza Età, al servizio della Casa Comune”.

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Naspi è una prestazione economica mensile a sostegno di chi si trova disoccupato per motivi indipendenti dalla sua volontà.
Si tratta di un’indennità che non spetta ai lavoratori che si dimettono – esclusi i casi di dimissioni per giusta causa – o che hanno interrotto il rapporto di lavoro con una risoluzione consensuale (salvo alcuni casi specifici di cui tratteremo a breve).

Possono beneficiare della Naspi i lavoratori dipendenti, gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperativa, i dipendenti a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni e il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato.
Non ne hanno diritto i dipendenti a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni e gli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato.

Quali sono i requisiti necessari?

Chi rientra tra le categorie ammesse alla Naspi e ha perso involontariamente il lavoro, può richiedere l’indennità se possiede tutti i seguenti requisiti:
● è in stato di disoccupazione (cioè privo di lavoro e immediatamente disponibile allo svolgimento e alla ricerca di un’attività lavorativa);
● può far valere almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti all’inizio del periodo di disoccupazione;
● può far valere almeno 30 giornate di lavoro effettivo, a prescindere dalla loro durata oraria, nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

La Naspi spetta anche alla lavoratrice che ha dato le dimissioni durante il periodo di maternità – entro il 1° anno di vita del bambino – o dimissioni per giusta causa: ad esempio in caso di mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali subite sul luogo di lavoro, modificazioni peggiorative delle mansioni lavorative, mobbing, ecc.
In caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, la Naspi spetta solo se riconosciuta nell’ambito della procedura di conciliazione presso la Direzione territoriale del Lavoro, nell’ipotesi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, oppure a seguito di rifiuto del lavoratore al trasferimento ad altra sede della stessa azienda, distante più di 50 Km dalla propria residenza e/o raggiungibile in oltre 80 minuti con l’utilizzo dei mezzi pubblici.

Con la Naspi vengono riconosciuti i contributi?
Per i periodi in cui il disoccupato percepisce l’indennità Naspi, viene riconosciuta la contribuzione figurativa calcolata in proporzione alla retribuzione del lavoratore negli ultimi 4 anni, entro un limite di retribuzione pari a 1,4 volte l’importo massimo mensile della Naspi per l’anno in corso.

Rivolgiti agli sportelli del Patronato ACLI per le valutazioni relative alla tua situazione personale, i nostri operatori sono a tua disposizione. Trova la sede a te più vicina e prenota il tuo appuntamento, ti aspettiamo!

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Cos’è l’assegno unico?

L’assegno unico e universale è il nuovo benefit per i figli che entrerà in vigore dal primo luglio. Sarà riconosciuto a entrambi i genitori (metà ciascuno) per tutti i figli a carico dal 7° mese di gravidanza fino ai 18 anni di età. L'assegno spetta fino a 21 anni, ma con importo ridotto, se i figli studiano o sono impegnati in programmi di formazione, oppure svolgono il Servizio civile universale.

L’importo esatto e la sua modulazione in base ai redditi, così come le maggiorazioni, sono ancora da definire nei dettagli. La cifra massima, in ogni caso, non potrà essere inferiore a 250 euro al mese.

Perché unico?

L’assegno si chiama “unico” perché riunirà tutti i vari contributi riconosciuti già oggi alle famiglie con figli: dagli assegni familiari per i lavoratori dipendenti alle detrazioni per i figli a carico fino al bonus bebè e alle maggiorazioni per famiglie numerose.

Perché universale?

Ed è “universale” perché avrà una base fissa per tutti a prescindere dal reddito e un importo variabile aggiuntivo legato alle dichiarazioni Isee.

 A chi?

A tutti coloro che hanno figli, compresi lavoratori autonomi e incapienti, mentre oggi gli assegni familiari spettano solo a lavoratori dipendenti e pensionati, e le detrazioni per i figli a carico di fatto escludono gli incapienti.

Questi i principi fondamentali:

- cittadinanza italiana o essere cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno europeo, risiedere e pagare le tasse in Italia.

Le maggiorazioni

Il contributo di base prevede una serie di maggiorazioni: per i figli successivi al secondo, per le madri con meno di 21 anni, per i figli disabili (aumento tra il 30% e il 50%).

Il nostro consiglio?

Consigliamo vivamente di provvedere in questi mesi a recarsi presso i nostri uffici per l'elaborazione del modello ISEE indispensabile per la richiesta dell'Assegno oppure di utilizzare il nostro servizio a distanza inviando tutti i documenti necessari tramite email al seguente indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure tramite il portale www.caf.acli.it

Come prendere appuntamento?

Clicca qui per verificare i 4 modi per prendere appuntamento e scarica da qui i documenti che occorrono per l'ISEE 2021

 

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Lunedì, 03 Maggio 2021 12:56

Un nuovo canale per comunicare con voi

Gentili lettori, Gentili lettrici,

Sappiamo tutti come questo anno di pandemia, tra le molte fratture che ha generato, ha portato ad una riduzione delle possibilità di relazioni interpersonali: come privati cittadini abbiamo dovuto, e dobbiamo tutt’ora, seguire regole stringenti e severe sulla nostra possibilità di spostarci e di incontrare amici e famigliari. I nostri Circoli hanno dovuto sospendere le loro attività, così come per tutta una serie di eventi aperti al pubblico (cerimonie, cinema, teatri, attività culturali varie) è stato imposto l’annullamento o la realizzazione telematica degli stessi.

Proprio queste difficoltà, e la necessità di mantenere vivo il rapporto con tutti coloro che si relazionano, in vari modi, con il Sistema delle Acli di Vicenza, ci ha portato a pensare e realizzare una newsletter che servirà a mantenere costante la comunicazione tra le Acli, la Fap Acli, l’US Acli, i Circoli, i servizi di Caf e Patronato che promuoviamo in Provincia, e tutti voi, soci e clienti, che sostenete o siete venuti a contatto con la nostra realtà.

Vi aggiorneremo sulle attività che realizzeremo nel nostro territorio, ma anche sulle novità legislative, riguardanti principalmente il campo della fiscalità e della previdenza, che più vi potrebbero interessare.

Crediamo che questo nuovo servizio possa essere un importante strumento di aggiornamento e di conoscenza, consapevoli che nulla può superare il valore dell’incontro fisico tra le persone, ma che in tempi come quelli che stiamo vivendo non possiamo non tentare strade nuove al fine di consolidare legami nel segno dei valori che come Acli portiamo avanti.

Buona lettura

Carlo Cavedon

Presidente Provinciale ACLI di Vicenza aps

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Sono 4700 i posti di lavoro persi in provincia di Vicenza nell’ultimo trimestre. I dati di Veneto Lavoro, recentemente pubblicati, rispecchiano una pesante situazione che interessa l’intero territorio veneto, con Venezia e Verona, su base annua, che detengono il triste primato delle perdite dei posti di lavoro, con un bilancio negativo rispettivamente di 24000 e 10.300 posizioni di lavoro dipendente.

“I numeri snocciolati da Veneto Lavoro sono pesanti – commenta il presidente delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon – e non andrebbero considerati come unità, ma come persone che, avendo perso il lavoro, rendono spesso traballante una famiglia ed il suo sviluppo. Ed in molti casi si tratta di situazioni già complesse a seguito dell’aumento del costo della vita, di salari inadeguati e del crescente impatto delle spese quotidiane su un modesto budget”.

Il recente rapporto Istat sull’occupazione conferma la perdita di ben 945mila posti di lavoro, da inizio pandemia a febbraio 2021. A febbraio gli occupati erano 22.197.000, ovvero 945.000 in meno rispetto a febbraio 2020. Tasso di disoccupazione al 10,2%, al 31,6 quello dei giovani.

“Il Covid si è portato via molte persone – sottolinea il presidente Cavedon – ma ha anche segnato il futuro di migliaia di giovani, che hanno perso il lavoro o non riescono a trovarne uno, in balia tra precariato, bonus insufficienti a vivere ed un futuro che non lascia intravvedere opportunità di impiego. Non è affatto migliore la prospettiva di chi ha superato i 50 anni e cerca di raggiungere la pensione con la stessa fatica di chi scala una vetta.

Le previsioni sono fortemente negative, ma la voglia di ripresa non manca. L’Istat stima per il secondo trimestre dell’anno una caduta di entità eccezionale per il Pil nazionale (-12,4%), che segue il già ampio calo del primo trimestre (-5,4%). Per il Veneto le stime per il 2020 parlano di un calo del 10,6% del Pil, in virtù del peso del settore turistico sull’economia regionale e di una maggiore apertura internazionale del manifatturiero veneto.

Le ACLI di Vicenza aps lanciano un forte appello al mondo politico ed agli imprenditori: “servono politiche di salvaguardia del lavoro, ma anche opportunità per le imprese che assumono – conclude il presidente Cavedon – in quanto solo in questo modo vedremo la luce in fondo al tunnel. Al contempo, però, ci appelliamo agli imprenditori, anche locali, che possono investire, affinché lo facciano guardando al futuro della nostra società. La preoccupazione per le famiglie è forte, perciò occorrono scelte lungimiranti e coraggiose, anche mettendo a disposizione di chi vuole intraprendere risorse a fondo perduto. Speriamo che il Recovery plan possa contribuire a ristabilire un equilibrio sociale ed economico fondamentale in un paese civile ed in cui la dignità della persona deve stare al primo posto”.

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Martedì, 27 Aprile 2021 08:05

Campagna fiscale CAF ACLI 2021

Al via la campagna fiscale 2021 col nuovo Modello 730! E sebbene siano quasi trent’anni che facciamo questo lavoro, puntualmente, quando si ricomincia, è un po’ come se fosse la prima volta. Nel 2021, però, non vogliamo solo esserci, ma come recita lo slogan del nostro nuovo spot vogliamo assolutamente spaccare! Fino al 30 settembre sarà una lunghissima cavalcata, durante la quale ci troverete al nostro posto, rispettosi in primis delle disposizioni di sicurezza anti Covid. Nelle nostre sedi CAF ACLI farà ciò che ha sempre fatto: aiutarvi a usufruire di tutte le agevolazioni che vi spettano, regolando la vostra posizione fiscale.

Diverse e significative le novità di questo modello 2021 in relazione all’anno 2020. In primis l’introduzione del Superbonus 110% che infatti, se ricordate, è valido per i lavori cosiddetti “trainanti” (leggi più info) le cui spese siano state effettuate a partire dal 1° luglio 2020. Vi è poi il debutto di un’altra importante detrazione (che gode anch’essa di una popolarità molto alta), ovvero il Bonus Facciate 90%, valido dal gennaio 2020 per i lavori di restauro delle parti esterne degli edifici visibili dalla strada (leggi più info).

Guarda  come prenotare un appuntamento e verifica il nostro elenco documenti!

Per maggiori informazioni www.aclivicenza.it

 

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