Articoli filtrati per data: Settembre 2024

 

La provincia vicentina si qualifica al penultimo gruppo per qualità dell’aria

Alcune indicazioni pratiche per limitare i pericoli dell’inquinamento ambientale

L'Obiettivo 11 di Sviluppo Sostenibile proposto dalla “Agenda ONU 2030”, si propone di “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”. Questo obiettivo considera ben 17 indicatori su vari aspetti della “vivibilità” nelle città, tra cui: la raccolta differenziata dei rifiuti, i trasporti e la viabilità, la copertura artificiale del suolo, la popolazione esposta a rischio frane e alluvioni e le violenze sessuali denunciate. Ma il maggior numero di indicatori riguarda la qualità dell’aria urbana misurata in numero di superamenti giornalieri e annuali delle concentrazioni di particelle PM 10 e 2,5, di Ossidi di azoto e numero giorni di superamento delle concentrazioni di Ozono che possono diventare un rischio per la salute dei cittadini.

Vi rimandiamo ai dati puntuali dei capoluoghi di provincia del Veneto consultando il sito di Veneto Sostenibile (https:// venetosostenibile.regione.veneto.it/dati-territoriali), che illustra e aggiorna anche la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile.

Esaminando solo alcuni dei primi 7 indicatori che analizzano la qualità dell’aria che si respira nei nostri territori, riscontriamo la presenza eccessiva di sostanze che non sono proprio salutari per il nostro organismo, specialmente per i più fragili, bambini, anziani e i portatori di patologie croniche respiratorie e cardiovascolari. La nostra provincia, rispetto alle altre province italiane, viene classificata al penultimo gruppo (quello arancione, fra 91 e 97) soprattutto “per aver superato più volte il numero limite giornaliero previsto per le PM10”. L’importanza di questi dati ha spinto la Provincia di Vicenza a promuovere un “Patto dei Sindaci per la Qualità dell’Aria ” che ha lo scopo di "arrivare al 2030 con una diminuzione di particelle e di ossidi di almeno il 40%”. Sempre la Provincia ha anche il compito di analizzare le emissioni inquinanti, ripartite per settori economici, di tutti i 114 Comuni della Provincia, condividendone i risultati al pubblico. Chi fosse interessato ad approfondire l'analisi di alcuni dei dati, può consultare il video qui sotto, che offre un confronto dei dati tra 3 Comuni della Provincia con oltre 15 mila abitanti, dove si può leggere anche i dati di prevalenza delle diverse componenti – residenziale, veicolare, industriale, agricola – che causano l'inquinamento dell'aria.

Ma ora siamo in estate e l'argomento smog sembra quasi scomparso dall'attenzione dei media. Eppure è proprio d'estate che si verificano i picchi maggiori di un inquinante dell'aria particolarmente tossico e irritante per le alte e basse vie respiratorie in particolare di bambini e anziani. L' Ozono (O3) si produce dalla serie di reazioni che avvengono fra gli ossidi di azoto e gli idrocarburi incombusti, in presenza di luce solare (inquinanti secondari). L’insieme dei prodotti di queste reazioni viene definito smog fotochimico o smog estivo, una forma di inquinamento particolarmente dannosa. Congiuntiviti, riniti, laringiti, bronchiti e asma sono le manifestazioni cliniche più frequenti.

Ma sono ben documentati anche danni alle piante, diminuzione dell’assorbimento della CO2 con riduzione della fotosintesi, della riproduzione e della crescita.

Secondo gli ultimi dati ufficiali di Arpav (sul cui sito si possono trovare anche dati molto recenti relativi ai vari Comuni), il valore obiettivo per la protezione della salute umana, che equivale a 120 μg/m3 come massima giornaliera della media mobile 8 ore, a Vicenza città, nel 2019 è stato superato per 58 giorni nelle registrazioni delle centraline presso Quartiere Italia e per 53 giorni presso quelle dei Ferrovieri. La normativa prevede un massimo di 25 giorni di superamento, riferiti ad un anno, e calcolati come media sul triennio, a partire dal 2013, con riferimento al triennio 2010-2012. Dal calcolo della media dei superamenti riferita all’ultimo triennio 2016-2018, risultano rispettivamente 51 giorni presso Quartiere Italia e 55 giorni presso Ferrovieri, dati anche questi entrambi superiori al valore obiettivo di 25 superamenti/anno previsto dal D.Lgs. 155/2010

Vale pertanto la pena ricordare alcune precauzioni da adottare, soprattutto dalle persone anziane, proprio in queste settimane più calde dell'anno in cui le concentrazioni di ozono all'esterno delle abitazioni, sono più elevate:

- ventilare gli ambienti domestici nelle ore più fresche della giornata, specialmente quelle del primo mattino;

- i bambini e gli anziani dovrebbero evitare di svolgere lavori o attività pesanti o passeggiate all'aperto e attività sportive tra le ore 11 e le 18;

- in ambiente urbano e nelle stesse ore di massima insolazione è opportuno, per tutti, evitare di svolgere attività fisiche molto intense all'aperto, oppure sostituirle con attività a bassa intensità, ad esempio camminare piuttosto che correre, pedalare lentamente in zone a bassa circolazione di traffico ed evitare in ogni caso inutili sforzi fisici.

 

Con riferimento agli altri indicatori dell'obiettivo 11, la viabilità, il traffico, i rifiuti e i rischi ambientali, questi ultimi non sono sufficientemente valutati, eppure possono nascondere rischi che periodicamente si concretizzano: pensiamo all’alluvione del 2010 ed altri  fenomeni estremi come le improvvise e ricorrenti “bombe d'acqua” che colpiscono con sempre  maggior gravità; non dimentichiamo neanche il rischio terremoto, soprattutto per porre l’accento sullo stato di manutenzione di molti edifici pubblici, in primis le scuole.

Il traffico sembra essere il principale imputato, e non solo come causa di inquinanti atmosferici ma anche come rischio di incolumità per pedoni soprattutto se anziani che vedono ridotte anche per questo le opportunità di muoversi fuori casa e mantenere attive  relazioni amicali e sociali.

Se da un lato è evidente che la prevenzione dei danni dovuti all'inquinamento dell'aria che in Italia sono causa ogni anno di circa 80 mila decessi, è necessario adottare strategie e politiche ambientali che vanno oltre le competenze delle amministrazioni locali: comuni e Regione potrebbero invece intervenire in modo significativo per rispondere ai bisogni della popolazione anziana e non solo di questa, per una città vivibile, agendo proprio sulle condizioni di mobilità. I quartieri dovrebbero essere dotati di linee di trasporto pubblico adeguate e ben connesse; abbordabili economicamente, affidabili e frequenti (compresi i servizi notturni e durante i fine settimana), in particolare per le destinazioni chiave come ospedali, presidi sanitari e amministrativi, parchi pubblici, centri commerciali, banche e centri per anziani; dotate di veicoli facilmente accessibili, con il pianale abbassabile, con scalino basso e con sedili ampi e alti, puliti e soggetti a una buona manutenzione, con indicazioni chiare del numero della linea e della destinazione; con servizi di trasporto specializzati per le persone disabili e con un numero di corse adeguato ad evitare il superaffollamento.

Strategie e scelte in un settore strategico per la vivibilità delle nostre città, non impossibili e che andrebbero a qualificare le politiche urbane dei Comuni e la vita degli anziani.

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Il fondo Cassa Colf ha previsto dei particolari rimborsi economici a sostegno dei lavoratori iscritti che, a causa del virus covid-19, hanno avuto la necessità di rispettare periodi di quarantena, o sono stati ricoverati, oppure hanno dovuto accedere a prestazioni mediche specialistiche per se stessi o per i propri figli.

 Nello specifico, il fondo ha previsto:

- indennità giornaliere in caso di ricovero ospedaliero e in caso di convalescenza;
- indennità per i figli a carico;
- rimborsi per materiale sanitario riabilitativo;
- rimborsi per visite domiciliari.

 1. Indennità giornaliere in caso di ricovero, convalescenza o quarantena domiciliare preventiva.

Il fondo ha disposto per i lavoratori iscritti una diaria in caso di ricovero ospedaliero o quarantena domiciliare dovuti al contagio (o sospetto contagio) da coronavirus.
In caso di ricovero ospedaliero, tale indennità sarà del valore di 40,00 euro per ciascuna notte per un periodo non superiore a 50 giorni.
Nel caso di quarantena domiciliare, certificata dal medico curante, il lavoratore potrà richiedere la diaria per un periodo non superiore a 14 giorni.

Per poter richiedere la diaria è necessario inviare, assieme alla modulistica di richiesta, il referto del tampone che attesti la positività al virus COVID-19, rilasciato dalle sutorità competenti su conferma del Ministero della Salute e/o dell'Istituto Superiore di Sanità.

2. Indennità per figli a carico.

Ai lavoratori iscritti viene messo a disposizione un rimborso una tantum del valore di 200,00 euro per le spese sostenute per i figli (babysitting, assistenza domiciliare a figli non autosufficienti, bonus spesa per gli alimenti dei figli).

3. Rimborsi per materiale sanitario riabilitativo, prestazioni mediche psicologiche e visite domiciliari.

I lavoratori iscritti potranno richiedere un rimborso in caso di spese sostenute per l'acquisto di materiale sanitario riabilitativo, prestazioni psicologiche o psicoterapeutiche e visite specialistiche a domicilio.
A ulteriore sostegno dei lavoratori, la Cassa Colf mette a disposizione un servizio gratuito di teleconsulto.

La richiesta per ottenere i rimborsi Cassa Colf per coronavirus deve essere inviata, unitamente alla documentazione prevista, dal Lavoratore iscritto entro 12 mesi dalla conclusione dell'evento.

 A differenza degli altri benefici offerti dal fondo (per i quali è necessario siano stati versati i contributi contrattuali per 4 trimestri consecutivi e raggiunta la soglia minima di versamento pari a 25 €), per favorire l'accesso alle prestazioni legate al coronavirus, la Cassa richiede la presentazione di almeno 2 trimestri di contribuzione, la cui somma non deve essere inferiore ad € 8.

È possibile effettuare la richiesta compilando il Modulo COVID-19 che si può trovare nella sezione Modulistica del sito della Cassa colf http://www.cassacolf.it/
Le prestazioni Covid-19 saranno attive per tutti gli eventi accaduti entro il 31/10/2021.
Per tutti i dettagli sul valore e sulla frequenza dei rimborsi, è possibile consultare la sezione apposita del sito della Cassa Colf.

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Con il comunicato del 14 luglio, Cassacolf annuncia l’avvio del bonus colf e badanti e offre indicazioni su come funziona il rimborso destinato ai datori di lavoro non autosufficienti che si trovano nella necessità di essere aiutati in casa da un assistente familiare.

Il rimborso può arrivare a 3.600 euro complessivi e corrisponde a 300 euro al mese per un massimo di 12 mesi consecutivi.

La prestazione spetta al datore di lavoro iscritto alla Cassa che presenti, però, le seguenti caratteristiche:

  • una patologia certificata di non autosufficienza permanente;
  • il versamento di almeno un anno di contribuzione in favore della Cassa;
  • 67 anni compiuti al momento dell’iscrizione alla Cassa.

Cassacolf, per verificare la sussistenza di questi requisiti, incaricherà un medico con specifica esperienza che analizzerà le richieste.

Il medico incaricato si pronuncerà sulla base della documentazione allegata alla domanda che certifichi lo stato di non autosufficienza permanente del richiedente.

La Cassa potrà comunque richiedere la cartella clinica e ogni altra documentazione aggiuntiva in originale per provare la patologia.

In particolare, per non autosufficienza la Cassa intende uno stato d’incapacità fisica che impedisce di svolgere le semplici azioni di vita quotidiana, come ad esempio:

  • lavarsi;
  • vestirsi e svestirsi;
  • usare i servizi;
  • nutrirsi.

Per ciascuna di queste attività il medico valuterà il grado di autonomia assegnando un punteggio. Lo stato di non autosufficienza permanente viene riconosciuto quando la somma dei punteggi raggiunge almeno 40 punti.

Bonus colf e badanti: come richiedere il rimborso fino a 3.600 euro

Quando si sia verificata la perdita dell’autosufficienza in modo permanente, il richiedente o il suo rappresentante che vuole ottenere il bonus colf e badanti deve fare domanda per iscritto a Cassacolf e inviarla al seguente indirizzo di posta elettronica:

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

All’istanza dovranno essere allegati i seguenti documenti:

  • il questionario di valutazione compilato dal medico curante che attesti la perdita di autosufficienza permanente integrato da una relazione medica sulle cause di tale perdita;
  • la documentazione in possesso del richiedente necessaria per la valutazione degli stati patologici da cui è affetto.

Dalla data di ricevimento di tale documentazione decorre il periodo di accertamento da parte di Cassacolf che, in ogni caso, non può superare i 60 giorni.

Ultimati i controlli, la Cassa comunica per iscritto al richiedente, se riconosce o meno lo stato di non autosufficienza permanente.

In caso di esito positivo della richiesta, il bonus verrà riconosciuto dal mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Nel link seguente si allega il modulo messo a disposizione da Cassacolf per compilare la domanda a cui è allegato anche il questionario di valutazione sulla non autosufficienza permanente che deve essere utilizzato dal medico curante.

 

ATTENZIONE: Se sono stati versati contributi contrattuali per 4 trimestri consecutivi e raggiunta la soglia minima di versamenti pari a € 25, il datore di lavoro avrà diritto alle seguenti prestazioni.

Si potranno verificare l’importi pagati di Cassacolf direttamente sui bollettini INPS 

L’importo pagato di Cassacolf  all'interno del Mav si trova associato al codice “F2”.

 

 
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- potrebbe essere OBBLIGATORIO presentare la dichiarazione dei redditi nei casi in cui l’eventuale CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI sia stata percepita non direttamente attraverso il datore di lavoro ma attraverso l’INPS o dall’FSBA (nel caso dei dipendenti delle imprese artigiane): in questo caso il lavoratore avrà 2 CU da conguagliare obbligatoriamente nel 730/2021;

- potrebbe essere CONVENIENTE nel caso di cui sopra presentare la dichiarazione dei redditi al CAF ACLI e non attraverso l’uso della precompilata dell’Agenzia delle Entrate in quanto in caso di periodi di lavoro “particolari” (sovrapposti, ecc.) nella dichiarazione precompilata dell’Agenzia delle Entrate i GIORNI DI LAVORO NON VENGONO COMPILATI, circostanza che potrebbe fare perdere le detrazioni a favore del lavoratore dipendenti e i bonus fiscali (ex Renzi, trattamento integrativo);

- potrebbe essere COMUNQUE OBBLIGATORIO E/O CONVENIENTE presentare la dichiarazione dei redditi al CAF ACLI anche in assenza di cassa integrazione per verificare l’esatta attribuzione delle detrazioni e dei bonus fiscali in quanto da una parte dal 01/07/20 l’ex bonus fiscale Renzi da € 80 è divenuto pari ad € 100,00 e viene attribuito fino ad un reddito complessivo più alto (€ 28000,00) rispetto al limite precedente (€ 26600,00). Non solo: in ogni caso, superato questo limite, spetta, fino ad € 40000,00 di reddito complessivo, un’ulteriore detrazione di lavoro dipendente.

Occorre verificare se, nel passaggio dall’01/07/20 dal “vecchio” al “nuovo” bonus, queste detrazioni e/o bonus siano stati correttamente attribuiti.

Inoltre il decreto Rilancio ha introdotto un meccanismo di salvaguardia per i lavoratori i quali si sono visti diminuire gli importi percepiti a seguito della crisi economica determinata dal corona Virus: l’attribuzione dei Bonus fiscali spetta sulla base non del reddito effettivamente percepito, ma del reddito “potenziale” che sarebbe stato percepito se le ore lavorate non fossero effettivamente diminuite a causa della crisi economica.

Conviene sempre presentare le CU 2021 relative ai redditi percepiti nell’anno 2020 nei nostri uffici in modo da verificare l’eventuale obbligo e/o convenienza a presentare la dichiarazione dei redditi.

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A seguito della pandemia, lo smart working, ovvero la possibilità di lavorare da casa o in altro luogo che non sia quello professionale, è diventato in molti casi una modalità lavorativa sempre più frequente e diffusa. Con l’incremento del “lavoro agile”, sono aumentate anche le casistiche di infortunio legate a questa particolare condizione professionale.  

In quali casi è prevista la copertura 

Andrea (impiegato di un’azienda privata) e Clara (insegnante della scuola pubblica), durante lo svolgimento della loro attività lavorativa da casahanno subìto un infortunio. Andrea è caduto dalle scale mentre si recava in un’altra stanza a recuperare il caricabatterie del cellulare aziendale (necessario per le telefonate di lavoro che stava effettuando). Clara invece è inciampata mentre sistemava il pc per la didattica a distanza. Si sono entrambi rivolti al Patronato Acli per avere informazioni e per essere tutelati. La prima domanda che entrambi hanno posto è stata: ma è prevista la “copertura” dell’Inail dato che stavo lavorando da casa? 

Si. Il fatto di prestare la propria opera da casa, anziché in un ufficio o in un’aula scolastica, non fa venir meno la tutela prevista dalle leggi nei casi di infortunio. La normativa in materia definisce l’infortunio attraverso tre elementi: la causa violenta, l’occasione di lavoro e la lesione conseguente. Nel caso dello smart working diventa un po’ più complicato accertare l’elemento dell’occasione di lavoro, laddove con tale termine s’intende tutto ciò che riguarda direttamente le operazioni di lavoro, ma anche ciò che è obbligatoriamente connesso ad esse. Sono quindi esclusi dalla tutela gli infortuni che sono conseguenza di attività e comportamenti totalmente estranei all’attività lavorativa. 

 I nostri consigli 

Per questo motivo diventa fondamentale, in caso di infortunio durante lo smart working, documentare il più possibile la relazione diretta tra l’attività lavorativa che si stava svolgendo e la dinamica dell’infortunio (attività svolta al pc, chat di lavoro, telefonate di lavoro, in sostanza tutte quelle attività temporalmente concomitanti con l’evento). Inoltre, nel caso ci si debba recare al Pronto Soccorso è importante dichiarare ai sanitari preposti che l’infortunio è accaduto mentre si era in smart working.

Il Patronato Acli mette a disposizione la competenza dei propri operatori e dei propri medici-legali per tutta la tutela necessaria nei casi di infortunio sia che avvenga in smart working, sia che avvenga in modalità “tradizionale”!  

Massimo Calestani 

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Lunedì, 26 Luglio 2021 08:12

L’ auspicio di un‘estate serena

Coloro che hanno superato i quarant’ anni ricorderanno certamente le estati della loro infanzia: papà e mamma si alzavano al mattino presto per stivare in auto i bagagli per assicurare tutto il necessario per la tanto agognata vacanza, che generalmente non durava mai meno di quindici giorni Sin dal giorno prima noi ragazzi eravamo in fermento e già immaginavamo quali nuove amicizie avremmo fatto al mare od in montagna, quanti bagni di sole e tuffi nell’ acqua salata o lunghe passeggiate nella natura incontaminata. Il desiderio della vacanza si materializzava per tutto l’anno e con molti sacrifici la famiglia risparmiava per uno dei pochi momenti in cui anche un sano consumismo era consentito. A fare da sfondo in quelle estati indimenticabili era la musica dai juke box e l’immancabile Festivalbar, che sanciva la fine dell’estate ed il ritorno a scuola, dove condividevamo con i compagni le avventure della bella stagione. La socialità e la bellezza di incontrarsi erano così presenti tra le persone, che era normale ad esempio tra i ragazzi imbattersi in folte compagnie. Allora come oggi i problemi non mancavano, anzi erano maggiori di quelli attuali, ma prevaleva la speranza di futuro e la voglia di vivere in allegria. Oggi che sono un uomo maturo capisco quanto importante sia stato essere cresciuto in quel clima di fiducia e apertura verso gli altri e quanto sia necessario anche oggi riappropriarci della bellezza e della leggerezza, guardando un tramonto in vacanza o dal balcone di casa propria o cercando l’incontro con le persone e mettendo in secondo piano altre cose. Abbiamo bisogno tutti di un po’ di serenità e di pace interiore ed è ciò che vi auguro amici lettori.

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bonus sociali sui consumi domestici sono sconti applicati alle bollette delle famiglie che rientrano in determinati parametri di disagio economico certificati dall'indicatore ISEE.

I bonus sono di tre tipi:


Per ottenere uno o più bonus è fondamentale essere in possesso dell’attestazione ISEE al fine di verificare lo stato economico e patrimoniale del nucleo familiare richiedente.

Dal 1° gennaio 2021, per effetto delle novità introdotte dal DL 124/2019, non sarà più necessario presentare, oltre all’ISEE, la domanda specifica ai fini dei suddetti bonus; sarà dunque sufficiente la sola presenza dell’attestazione ISEE valida, a seguito della quale i bonus verranno riconosciuti automaticamente in bolletta da parte delle società fornitrici del servizio.

Dal primo luglio 2021, lo Stato concede in automatico meccanismi di compensazione (una sorta di sconto) della spesa sostenuta per le utenze domestiche.  

fornitori di energia elettrica, acqua e gas  dovranno applicare lo sconto nella prima bolletta utile successiva al 1° luglio, per un importo comprensivo di eventuali quote maturate nei sei mesi precedenti del 2021.

Le nostre sedi restano in ogni caso a disposizione per chiunque abbia bisogno di ottenere il calcolo dell’indicatore economico ISEE.

 

Prenota il tuo appuntamento oppure trova la sede a te più vicina, ti aspettiamo!

 

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Ogni anno l’INPS comunica i nuovi limiti di reddito e gli importi delle prestazioni relativi all’invalidità civile. Condizioni che quest’anno rimangono invariate rispetto al 2020, come vi spieghiamo nell’articolo.

L’assegno di invalidità civile è un’indennità economica riconosciuta a mutilati e invalidi civili, di età compresa tra i 18 anni e i 67 anni, con una invalidità compresa tra il 74% e il 99%.
Si tratta di un sostegno a carattere assistenziale, cioè indipendente da un rapporto assicurativo e contributivo del beneficiario, ma per ottenerlo è necessario comunque il rispetto di determinati requisiti di reddito.
Ne possono usufruire i cittadini italiani e i cittadini comunitari, residenti in Italia; i cittadini extracomunitari, purché legalmente soggiornanti sul territorio nazionale.
La prestazione è concessa per 13 mensilità, con decorrenza dal mese successivo alla presentazione della domanda, non è reversibile ed è pari a 286,81 euro al mese.
Per poter fare domanda di assegno di invalidità bisogna avere un reddito non superiore a 4.926,35 euro.
Nel calcolo sono considerati i redditi di qualsiasi natura calcolati ai fini Irpef. Non rientrano quindi nella valutazione l’importo stesso dell’assegno mensile, le rendite INAIL, le pensioni di guerra.
Chi è nato all’estero deve inoltre dichiarare, con apposita documentazione proveniente dallo Stato estero di provenienza, la presenza o meno di redditi nel Paese d’origine.
La valutazione del reddito deve essere effettuata solo nei confronti del beneficiario della prestazione economica e nel suo computo è esclusa la casa di abitazione principale.

La pensione di invalidità civile è una prestazione economica per i mutilati e gli invalidi civili con un’età compresa tra i 18 anni e i 67 anni, a cui è riconosciuta un’invalidità pari al 100%.
Mantiene le stesse regole di erogabilità dell’assegno di invalidità, compreso l’importo, con la sola differenza che per la pensione di invalidità il reddito annuale deve essere nel limite dei 16.982,49€ lordi.
Questa misura è incompatibile con altre prestazioni assistenziali mentre è compatibile con lo svolgimento dell’attività lavorativa, sempre nel rispetto del limite di reddito previsto per legge.
In entrambi i casi spetta fino al compimento dei 67 anni, requisito da adeguare alle speranze di vita. Raggiunto il limite di età, la prestazione si trasforma automaticamente in assegno sociale.

Gli operatori del Patronato Acli sono a tua disposizione per la presentazione della domanda e per tutte le informazioni necessarie. Prenota il tuo appuntamento oppure trova la sede a te più vicina, ti aspettiamo!

Fonte: Patronato Acli nazionale

Katia Marazzina

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Sono deducibili dal reddito complessivo per la parte rimasta a carico del datore di lavoro e fino ad un importo massimo di 1.549,37 euro (la deduzione non spetta però se le spese sono sostenute nell’interesse dei familiari a carico), i contributi previdenziali ed assistenziali versati per gli addetti ai servizi domestici (autisti, giardinieri, ecc.) ed all’assistenza personale o familiare (colf, baby-sitter, assistenti delle persone anziane, ecc).

Sono deducibili le somme effettivamente versate applicando il principio di cassa, senza tener conto della competenza dei trimestri. Rientrano nell’ambito applicativo dell’agevolazione anche i contributi previdenziali sostenuti per una badante assunta tramite un’agenzia interinale e rimborsati all’agenzia medesima se quest’ultima rilascia una certificazione attestante gli importi pagati, gli estremi anagrafici e il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento (utilizzatore) e del lavoratore.

I contributi previdenziali per gli addetti ai servizi domestici, versati alla gestione separata INPS mediante il “Libretto Famiglia”, possono essere dedotti dal reddito complessivo in quanto interamente a carico dell’utilizzatore (datore di lavoro). Per ogni ora di lavoro, corrispondente ad un titolo di pagamento, è possibile dedurre € 1,65, quale contribuzione IVS alla Gestione separata INPS. L’importo può essere dedotto nel periodo d’imposta in cui è effettuato il versamento per l’acquisto del titolo di pagamento a condizione che la relativa prestazione di lavoro domestico sia stata svolta dal lavoratore e che l’utilizzatore ne abbia dato comunicazione all’INPS.

Guarda come prenotare un appuntamento e verifica il nostro elenco documenti!

Prima prenoti prima incassi il credito d'imposta!

Per maggiori informazioni www.aclivicenza.it

 

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Invia ora la tua domanda del Reddito di Emergenza 2021, bastano pochi minuti, direttamente da casa e senza code agli sportelli, in totale sicurezza, privacy compresa.

La domanda va presentata in via telematica all’INPS tramite modello di domanda predisposto dall’Istituto, entro il 31 luglio 2021. Ricordiamo che al momento in cui si presenta la richiesta per ottenere il REm, è obbligatorio avere la Dichiarazione Sostitutiva Unica in corso di validità (DSU) ai fini ISEE, dichiarazione che può essere richiesta ai Caf. Per il calcolo dell’indicatore si può fissare un appuntamento telefonando allo 0444/870700 oppure usufruire del canale IL MIO CAF ONLINE tramite la nostra area riservata myCAF). Per maggiori info rimandiamo al sito cafacli.it.

Reddito di Emergenza: con il decreto Sostegni bis sono in arrivo quattro nuove mensilità, con una modifica al periodo di riferimento del valore del reddito familiare.

Per chiedere le quattro nuove mensilità, da giugno a settembre 2021, è necessario inoltrare la domanda in via telematica all’INPS, entro il 31 luglio 2021.

Non si tratta di una proroga, non c’è alcun automatismo a favore di chi ha già ottenuto le mensilità di marzo, aprile e maggio 2021: tutti dovranno fare una nuova domanda.

Viene modificato il valore del reddito familiare, il mese a cui fare riferimento ora è quello di aprile 2021.

Reddito di Emergenza 2021
Il Reddito di Emergenza (REm) 2021 è una misura di sostegno economico ai nuclei familiari in condizioni di necessità. Nel decreto Sostegni bis viene riconosciuto per un valore complessivo da 1.600 a 3.200 euro, relative alle mensilità di giugno, luglio, agosto e settembre. Gli importi vengono incrementati se si ha in famiglia un componente in condizioni di grave disabilità.

I nuovi requisiti per accedere al beneficio:
Per ottenere il nuovo REm, Reddito di Emergenza da giugno a settembre 2021, devono esserci tutti i seguenti requisiti:

  • Il richiedente è residente in Italia.
  • Il valore del reddito familiare, nel mese di aprile 2021, determinato in base al principio di cassa, è inferiore all’ammontare mensile del beneficio REm potenzialmente spettante (detta soglia, per i nuclei familiari che risiedono in abitazione in locazione, è incrementata di un dodicesimo del valore annuo del canone di locazione come dichiarato ai fini ISEE).
  • Il valore del patrimonio mobiliare familiare, con riferimento al 31 dicembre 2020, è inferiore a una soglia di euro 10.000, accresciuta di euro 5.000 per ogni componente successivo al primo e fino ad un massimo di euro 20.000. Il massimale è incrementato di euro 5.000 in caso di presenza nel nucleo familiare di un componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini ISEE
  • il valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente ISEE è inferiore ad euro 15.000.
  • nessun membro del nucleo familiare percepisce o ha percepito trattamenti economici legati alla emergenza COVID 19 di cui all’articolo 10, del Decreto Legge 22 marzo 2021, n.41.
  • nessun membro del nucleo familiare è titolare di pensione diretta o indiretta ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità.
  • Nessun membro del nucleo familiare è titolare di un rapporto di lavoro dipendente la cui retribuzione lorda mensile sia superiore alla soglia massima di reddito familiare, individuata in relazione alla composizione del nucleo.
  • Nessun membro del nucleo familiare è percettore, nei mesi di marzo, aprile e maggio 2021, di Reddito o Pensione di Cittadinanza, ovvero di analoghe misure istituite dalle province autonome di Trento e Bolzano.

La nuova domanda REm
La domanda va presentata in via telematica all’INPS tramite modello di domanda predisposto dall’Istituto, entro il 31 luglio 2021. Ricordiamo che al momento in cui si presenta la richiesta per ottenere il REm, è obbligatorio avere la Dichiarazione Sostitutiva Unica in corso di validità (DSU) ai fini ISEE, dichiarazione che può essere richiesta al Caf ACLI. Per il calcolo dell’indicatore si può fissare un appuntamento telefonando allo 0444/870700 oppure usufruire del canale IL MIO CAF ONLINE tramite la nostra area riservata myCAF). Per maggiori info rimandiamo al sito cafacli.it.

Invia ora la tua domanda del Reddito di Emergenza 2021, bastano pochi minuti, direttamente da casa e senza code agli sportelli, in totale sicurezza, privacy compresa.
È semplice: codice fiscale a portata di mano, foto documento di identità valido e rispondi alle domande del modulo. Affidati a mani esperte, è il nostro lavoro da sempre.
Affidati a mani esperte, alla tua domanda REm ci pensiamo noi. Il servizio è gratuito.

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