Articoli filtrati per data: Settembre 2024

Il contributo viene concesso alle famiglie per la copertura totale o parziale della spesa per l'acquisto dei libri di testo, adottati dalle scuole nell'ambito dei programmi di studio.

A chi è rivolto
Il contributo è rivolto agli studenti residenti nella Regione del Veneto che frequentano, nell'anno scolastico-formativo 2021/2022, le istituzioni:

  • scolastiche statali secondarie 1° e 2° grado;
  • scolastiche paritarie (private e degli enti locali) secondarie di 1° e 2° grado;
  • scolastiche non paritarie incluse nell'Albo regionale "Scuole non paritarie" (D.M. 28/11/2007, n 263) secondarie di 1° e 2° grado;
  • formative accreditate dalla Regione del Veneto che erogano percorsi triennali o i percorsi quadriennali di istruzione e formazione professionale di cui al D.Lgs. n. 226/2005, compresi i percorsi del sistema duale attivati in attuazione dell'Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 24/09/2015.

Ulteriore requisito necessario è che la famiglia dello studente abbia un Isee che rientra in una delle fasce sotto indicate:

  • fascia 1: da € 0 a € 10.632,94 contributo massimo concedibile € 200,00;
  • fascia 2: da € 10.632,95 a € 18.000,00 contributo massimo concedibile € 150,00.

Come prendere appuntamento per elaborare il modello isee?

Clicca qui per verificare i 4 modi per prendere appuntamento e scarica da qui i documenti che occorrono per l'ISEE 2021

Approfondimenti sul sito della Regione del Veneto per leggere il bando integrale.

 

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Quali sono le prestazioni di invalidità erogate dall’INPS? Che requisiti bisogna avere per fare le domande? Le prestazioni previdenziali INPS per l’invalidità a favore dei lavoratori sono due: l’assegno di invalidità e la pensione di inabilità.

Per presentare le domande, è necessario richiedere al proprio medico il certificato telematico Mod. SS3. Con la copia del certificato medico e l’ultima dichiarazione dei redditi personale e del coniuge, puoi rivolgerti alla sede del Patronato ACLI più vicina che trasmetterà la domanda all’INPS e ti assisterà per tutti gli adempimenti successivi sempre gratuitamente.

I requisiti

Requisito sanitario: può richiedere l’assegno chi, a causa di infermità o difetto fisico o mentale, abbia la capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo.

Requisito contributivo: per presentare la domanda bisogna avere maturato almeno 260 contributi settimanali (cinque anni di contribuzione e assicurazione) di cui 156 (tre anni di contribuzione e assicurazione, anche non consecutivi) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda.

L’assegno ordinario di invalidità

  • È compatibile con l’attività lavorativa e non è necessario cessarla per richiederlo.
  • Il diritto alla prestazione può essere perfezionato anche con contribuzione estera maturata in Paesi dell’Unione europea o in Paesi extracomunitari convenzionati con l’Italia. In tal caso, l’accertamento del diritto a pensione può essere effettuato con la totalizzazione internazionale dei periodi assicurativi italiani ed esteri. In questo caso però, l’importo dell’assegno verrà calcolato in proporzione ai contributi accreditati nell’assicurazione italiana ed alle retribuzioni corrispondenti.
  • L’assegno di invalidità ha validità triennale. Il titolare dell’assegno può chiedere il rinnovo prima della data di scadenza e, dopo tre riconoscimenti consecutivi, l’assegno di invalidità è confermato automaticamente, salvo le facoltà di revisione da parte dell’INPS.
  • Al compimento dell’età pensionabile, ed in presenza di tutti i requisiti, l’assegno ordinario di invalidità viene trasformato in pensione di vecchiaia.

Decorrenza

L’assegno ordinario di invalidità decorre dal 1° giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda se risultano soddisfatti tutti i requisiti sia sanitari che amministrativi.

Importo

L’importo mensile viene determinato con il sistema di calcolo misto, una quota calcolata con il sistema retributivo ed una quota con il sistema contributivo oppure, se il lavoratore ha iniziato l’attività lavorativa dopo il 31 dicembre 1995, con il sistema contributivo.

Prenota un appuntamento

Gli operatori del Patronato Acli sono a tua disposizione per un’assistenza e consulenza personalizzata, al fine di poter richiedere le prestazioni alle quali hai diritto sulla base della tua situazionePrenota il tuo appuntamento oppure trova la sede a te più vicina, ti aspettiamo!

Raffaele De Leo

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Ingenti risorse per qualificare tutto il sistema sanitario, in una logica di investimento in gran parte sostenuto da un prestito che va restituito

 Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato dalla Commissione europea, rappresenta una occasione per dare un nuovo volto al Servizio Sanitario Nazionale in particolare per quanto riguarda la medicina territoriale che anche con la pandemia da Covid 19 ha messo in evidenza tanti ritardi e carenze.

ll PNRR  è entrato ora  nella fase di  gestione delle ingenti risorse da utilizzare per la ripartenza del Paese. La disponibilità complessiva del Piano è di circa 235 miliardi di euro per le “Sei Missioni” previste, dei quali 20,23 miliardi per la Missione 6, quella relativa alla Salute, inclusi i finanziamenti del Fondo Complementare che si aggiungono al PNRR e quelli che vengono  finanziati da risorse nazionali, nel quadro dell'iniziativa di assistenza alla “ripresa per la coesione e i territori d'Europa” (REACT-EU).

Non si deve dimenticare però che più del 60% delle risorse complessive è rappresentato da prestiti che saranno le generazioni future a dover restituire.

 Questo sottolinea la enorme responsabilità della classe politica e dirigente, nella definizione delle priorità e delle logiche di spesa e di investimento. Le risorse arrivate dall'Europa e impiegate nel nostro Paese dovranno garantire un effettivo sviluppo di lungo periodo, generando crescita economica e sociale in modo da sostenere e ripagare il debito contratto.

E, per quanto riguarda l’ambito Salute, c’è la necessità di iniziare a considerare il termine investimento nel senso più ampio, considerando non solo gli aspetti infrastrutturali (edilizia, tecnologie mediche,  dell'informazione e della comunicazione, etc.), ma anche e soprattutto l’aspetto della formazione  delle “professionalità coinvolte” e prestando anche particolare attenzione alle attuali carenze nella organizzazione e nelle caratteristiche dei servizi, dei processi e nello sviluppo di competenze tecnico-specialistiche necessarie, oggi insufficienti nel SSN (ad esempio in campo manageriale, in ambito di gestione delle strutture intermedie e territoriali, nell’area digitale, etc.). Su questi temi si sta aprendo giustamente il dibattito sulle opportunità offerte dal PNRR e, soprattutto, su come sviluppare il complesso di governance che dovrà gestire le ingenti risorse messe in campo.

 La Missione Salute nel PNRR

La Missione 6, come detto, è dedicata alla Sanità dove gli investimenti previsti dovrebbero servire a risolvere quelle criticità del nostro sistema sanitario che secondo le analisi degli studiosi del settore, rappresentano i veri punti deboli del sistema sanitario italiano e che possono essere sintetizzate come segue:

-significative disparità territoriali (interregionali e intraregionali) nell’erogazione dei servizi, in particolare in termini di prevenzione e assistenza sul territorio;

-mancata o insufficiente integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali;

-tempi di attesa elevati per l’erogazione di prestazioni sanitarie diagnostiche e terapeutiche.

 Macro obiettivi

 Sulla base di queste criticità sono stati individuati due macro-obiettivi principali:

-il potenziamento dell’assistenza territoriale, compresa una maggiore integrazione tra servizi sanitari e sociali, attraverso anche la creazione di nuove strutture (come Ospedali di Comunità e Case della Comunità); il rafforzamento dell’assistenza domiciliare; lo sviluppo della telemedicina;

-la digitalizzazione e il rafforzamento del capitale umano del Sistema Sanitario Nazionale attraverso un forte impulso alla ricerca e alla formazione.

 

Il modello di “governance” per l’attuazione della Missione  ,  deve fare i conti con altri due fattori cruciali:  il forte decentramento  nella progettazione, programmazione e gestione di attività e servizi, che vede  le Regioni protagoniste e principali responsabili, con il sistema delle aziende sanitarie,  dell'attuazione degli obiettivi.

Il secondo fattore è legato al fatto che i finanziamenti europei devono essere utilizzati entro 5 anni. Questo richiede da un lato capacità di elaborare innovazioni e cambiamenti da finanziare che siano convincenti agli occhi della Commissione europea, ma anche che siano supportati da una progettazione esecutiva efficace per ogni singolo intervento, così da essere attuati nelle singole aziende sanitarie locali, anche nei contesti regionali più problematici.

 Le Case della Comunità: un punto di forza del cambiamento

Nell'ambito del macro-obiettivo che prevede il potenziamento della assistenza territoriale, un obiettivo sicuramente ambizioso ma altrettanto importante è la realizzazione delle Case della Comunità.  

Secondo quanto previsto dal PNRR, le Case della Comunità sono strutture sanitarie in grado di erogare servizi e interventi con una modalità multidisciplinare, di carattere sanitario e sociale e di integrazione sociosanitaria.  In queste strutture, il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta lavorano in équipe, in collaborazione con gli infermieri di famiglia, gli specialisti ambulatoriali e gli altri professionisti sanitari quali logopedisti, fisioterapisti, dietologi, tecnici della riabilitazione e altri. La presenza degli assistenti sociali nelle Case della Comunità rafforzerà inoltre il ruolo dei servizi sociali territoriali nonché una loro maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale.

Le Case della Comunità (una ogni ventimila abitanti) dovranno occuparsi della prevenzione e della promozione della salute in particolare delle persone fragili, degli anziani e dei malati cronici e della presa in carico attraverso i programmi di assistenza domiciliare anche di malati complessi e critici come, ad esempio, i neoplastici in trattamento palliativo, gli insufficienti respiratori in ventilazione meccanica, i nefropatici in trattamento dialitico. Gestiranno anche i servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari, secondo un approccio di medicina di genere. Potranno inoltre essere ospitati servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziani e fragili.

 Il Veneto, prima regione in Italia, già con l'approvazione del Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2016, aveva rilanciato la funzione dei medici di medicina generale, con l'adozione del modello aggregativo: le Medicine di Gruppo integrate e le Utap. Queste associazioni avevano rappresentato il primo abbozzo delle istituende Case della Comunità con risultati clinici, di risparmio economico e di soddisfazione degli utenti, lusinghieri. Si erano diffuse a macchia di leopardo nelle Unità Locali Socio Sanitarie del territorio regionale ma il loro sviluppo era stato fermato dalla stessa Regione per gli “alti costi di realizzazione” pur in presenza appunto dei significativi risultati raggiunti.

Con quali soldi?

Dopo la fase di avviamento si dovranno reperire ulteriori risorse soprattutto per il personale

 L’investimento tramite i fondi europei prevede l’attivazione in tutto il territorio nazionale di 1.288 Case della Comunità (105 per il Veneto) entro la metà del 2026.

Ogni Casa della comunità costerà a livello strutturale e tecnologico circa 1,6 milioni di euro.  Il costo complessivo dell’investimento è stimato in 2 miliardi di euro.

Tenuto conto che all’interno della Casa della Comunità vi saranno 5 unità di personale amministrativo, 10 medici di medicina generale e 8 infermieri, nel complesso serviranno 6.440 amministrativi e 10.091 infermieri in più. Queste figure professionali saranno implementate quando le Case della Comunità saranno diventate operative a pieno titolo, e quindi nel 2027 per cui il PNRR non prevede risorse per il loro finanziamento, dato che il suo effetto si esaurisce nel 2026. Inoltre, le risorse che dovranno finanziare l’assunzione di 16.531 persone dal 2027 sono molto incerte. Viene indicata la fonte di finanziamento solo di 2.363 infermieri (D.L. 34/2020 art.1 c.5) per 94,5 milioni di euro. Per il resto del personale (14.168) il cui costo stimato è di 567 milioni di euro non c’è finanziamento perché le risorse necessarie dovranno essere reperite attraverso una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria che dovrebbe produrre i risparmi necessari. Ma le riorganizzazioni che dovranno essere messe in cantiere (riduzione dei ricoveri inappropriati, riduzione del consumo dei farmaci, riduzione degli accessi inappropriati al pronto soccorso, ecc.) molto difficilmente renderanno disponibili gli stanziamenti necessari per questo intervento.

Queste, allo stato attuale, sono le criticità che potrebbero rendere molto problematica la realizzazione di un progetto di riorganizzazione socio-sanitaria territoriale, per il nostro Paese, molto qualificante e atteso.

 

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Martedì, 31 Agosto 2021 12:37

Concorso “Terra SOStenibile”

L’Associazione Culturale Life In Progress, con il patrocinio della Regione del Veneto e della Provincia di Vicenza, il patrocinio e il contributo dei comuni di Bolzano Vicentino, Monticello Conte Otto, Quinto Vicentino, Camisano Vicentino e dell’ACLI della provincia di Vicenza presenta il Concorso Terra SOStenibile del Progetto Giovani Talentosi 4.0.

Il concorso è rivolto ai giovani dai 18 ai 26 anni della provincia di Vicenza.

Con il progetto Terra SOStenibile si vuole verificare la sensibilità e l’interesse dei giovani alle tematiche ambientali, invitandoli a presentare idee e proposte per un futuro sostenibile nel loro territorio e, partendo dall’analisi della realtà, ricercare esperienze virtuose da valorizzare.

Si chiede quindi di sviluppare un progetto che attraverso azioni concrete sensibilizzi la comunità sui temi ambientali quali: agricoltura consapevole, biodiversità, sostenibilità degli spazi urbani, mobilità, qualità dell’aria, consumo del suolo e dell’acqua.

I partecipanti sono altresì invitati ad attingere alla saggezza del passato e alle tradizioni della regione Veneto per recuperare quei valori che sono stati tralasciati col passare del tempo e che ancora oggi possono offrire opportunità di cambiamento e sviluppo.

Sono accettate tutte le forme di comunicazione ed espressione: scrittura, fotografia, video, audio, pittura, fumetto, o un insieme di tutto questo.

Il concorso è rivolto a tutti i giovani residenti in Vicenza e provincia senza distinzione di nazionalità, sesso e religione, con un’età compresa tra 18 e 26 anni compiuti entro il 30/06/2021.

Gli elaborati possono essere individuali o di gruppo.

Il termine utile per inviare i lavori è il 16 ottobre 2021 e la partecipazione è gratuita.

Verranno premiati in denaro i primi tre progetti classificati.

PER PARTECIPARE
Scaricate il bando e gli allegati che trovate al link https://www.lifeinprogressaps.it/terrasostenibile-2021/
Raccomandiamo di leggere tutto con attenzione prima di procedere.
Se avete dubbi, perplessità o bisogno di ulteriori informazioni contattateci subito tramite:
➤ L'email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
➤ Messaggio WhatsApp o SMS al 3287359080.

La pagina del Progetto Giovani Talentosi
https://www.facebook.com/Giovani.Talentosi

Lo spot del concorso con il link alla pagina dedicata del sito
https://fb.watch/7JCqoFLcaJ/

Il nostro account Istagram
https://www.instagram.com/lifeinprogress.aps/

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La pensione supplementare spetta ai lavoratori già titolari di pensione quando i contributi ulteriormente versati non sono sufficienti per raggiungere il diritto ad un’altra autonoma prestazione pensionistica. Sempre più spesso ormai i lavoratori svolgono nel corso della loro vita lavorativa differenti attività, le quali danno luogo a posizioni assicurative differenti, presso fondi pensionistici diversi.

Per questo motivo, oltre alle possibilità di esercitare la ricongiunzione, la totalizzazione o il cumulo contributivo, viene concessa la facoltà di chiedere la liquidazione di una pensione supplementare ai lavoratori dipendenti o autonomi del settore privato cui sia stata già liquidata una prestazione previdenziale principale.

 

Come viene concessa la pensione supplementare

Questa prestazione viene concessa in base ai contributi versati o accreditati nella gestione AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria), a condizione che tali contributi non siano sufficienti per il riconoscimento di un autonomo diritto a pensione.

Si tratta però di un’opportunità che non può essere concessa ai titolari di pensione principale derivanti dalla gestione separata o dalle casse dei liberi professionistiLa pensione di vecchiaia supplementare può essere erogata al compimento dell’età pensionabile di vecchiaia a decorrere dal mese successivo alla presentazione della domanda. 

La misura del trattamento supplementare è determinata secondo le normali regole di calcolo della pensione, non è una pensione integrabile al trattamento minimoLa domanda di pensione non prevede il pagamento degli arretrati qualora il diritto fosse stato raggiunto prima dell’invio della richiesta. 

 La domanda 

La pensione supplementare è un trattamento liquidato dall’Inps su esplicita domanda da parte del lavoratore che ha contributi maturati nell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, vecchiaia e superstiti ma non sufficienti a perfezionare il diritto per un’altra prestazione pensionistica, come la pensione di vecchiaia per esempio.  

 Prenota un appuntamento

Gli operatori del Patronato Acli sono a tua disposizione in tutte le fasi di presentazione della domanda di pensione supplementare: Prenota il tuo appuntamento oppure trova la sede a te più vicina, ti aspettiamo!

 

Katia Marazzina 

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Lunedì, 23 Agosto 2021 08:24

Hai documenti da custodire?

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Lunedì, 23 Agosto 2021 08:20

Ripartire dalle persone…

 

L' estate volge ormai al termine e con esso si riaffacciano all’orizzonte temi caldi mai andati in vacanza, tra tutti la ripresa della scuola e dell’ attività economica a pieno regime. Il secondo anno in stato di emergenza rappresenta un ulteriore stress psicofisico per ciascuno di noi: bambini, anziani, adulti, genitori e non, viviamo da mesi nella preoccupazione di uscire dal tunnel del COVID-19.Indubbiamente la necessità di garantire la salute pubblica è un impegno inderogabile, ma poco o nulla ad oggi si è fatto per lenire altri tipi di ferite, poco visibili inizialmente, ma durature: a solitudine, l’ isolamento relazionale, la povertà economica. I media quotidianamente diffondono bollettini su contagi come se fossimo in uno stato di guerra e manca uno stile, una postura nel divulgare le notizie, perché l’ obbiettivo è la new ad effetto e non la centralità della persona. Occorre, invece, ripartire proprio dalle persone, ascoltando i loro problemi, manifestando particolare vicinanza ai bambini ed agli anziani soli, garantendo protezione alle persone fragili con umanità. Cosa rimarrà tra qualche anno di questa esperienza? Solo macerie di ogni sorta se non saremo stati in grado di ripartire dalle persone. Ciascuno di noi dovrà prodigarsi in questo, a partire dalle istituzioni, chiamate a non dividere i cittadini con provvedimenti normativi, talora discutibili, bensì ad assumersi in toto le proprie responsabilità. 

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 I mesi estivi, che per molti rappresentano una occasione di riposo fisico e di svago anche mentale, possono rappresentare per gli anziani e per le persone fragili, seri problemi per la salute, legati al caldo e alle alte temperature, come il rischio di disidratazione cui possono andare  incontro sia per un  mancato incremento di liquidi quotidiani nella dieta,  sia per l'assunzione di farmaci che favoriscono la sudorazione e la diuresi.

Secondo Legambiente, che da vari anni sta monitorando anche gli effetti sulla popolazione delle "ondate di calore”, legate ai cambiamenti climatici, “queste possono avere effetti nocivi soprattutto quando le temperature diurne superano i 35 gradi e quelle notturne non scendono sotto i 25. Nelle aree urbane il caldo oltretutto aumenta per l'effetto di asfalto, auto e sistemi di condizionamento e può arrivare ad aumentare la temperatura anche di 4-5 gradi".

Quando fa caldo, il nostro corpo mette in atto meccanismi autonomi di difesa, e fra questi uno molto importante ed efficace è la sudorazione con la quale otteniamo un abbassamento della temperatura corporea. Ma la perdita di liquidi con la sudorazione deve essere compensata da una adeguata assunzione degli stessi, cosa che di frequente l'anziano dimentica di fare anche perché sente meno la sete. Qualora poi vi siano anche dei seppur modesti disturbi cognitivi, necessita della presenza di qualcuno che lo inviti a idratarsi.

Ci sono comunque dei segnali che possono essere utili nell’osservare un eventuale stato di disidratazione. Bisogna fare attenzione a: sete intensa, eccessiva stanchezza e sonnolenza, insolita irritabilità, confusione mentale, riduzione dell’elasticità della cute, secchezza delle mucose, forte riduzione della quantità di urine.

Alcuni consigli per una dieta equilibrata

No a bevande alcoliche, gassate e zuccherate

Sono necessari almeno 2 litri di acqua al giorno, circa 10-12 bicchieri; fresca ma non ghiacciata. Oltre all’acqua sono ottimi da integrare nella dieta succhi di frutta e tisane tiepide anche se bisogna fare attenzione agli zuccheri che contengono.
Bisogna limitare molto le bevande gassate che possono rendere difficoltosa la digestione e quelle alcoliche. Infatti l'alcool insieme alle alte temperature: dà sonnolenza, rallenta i riflessi peggiorando il torpore e la spossatezza da caldo; non disseta e favorisce la disidratazione; rallenta la digestione aumentando la secrezione gastrica.

Per quanto riguarda l’assunzione di cibi, vanno privilegiate frutta e verdura fresca che contengono sali minerali, vitamine, antiossidanti e sostanze protettive delle membrane cellulari. Non esagerare con la frutta ad alto indice glicemico come il melone e l'anguria, l'uva, le pesche, l'ananas, le banane. Tra i cereali che non mancano mai nella nostra dieta mediterranea meglio privilegiare quelli integrali preziosa fonte di fibra e micronutrienti, come antiossidanti, vitamine, minerali. Sono inoltre una buona fonte di acidi grassi polinsaturi e hanno un più basso indice glicemico.

Oltre a questo, è importante che i pasti contengano legumi, uova, pesce (merluzzo, salmone, tonno e pesce azzurro), carne bianca e in minor quantità anche rossa. Anche i formaggi e i latticini possono far parte di una dieta estiva purché si assumano in quantità moderata, preferendo quelli magri. Vanno evitati i pasti abbondanti, eventualmente frazionarli.

Bisogna evitare di uscire da casa nelle ore più calde e l'esposizione al sole; chi è fedele nella pratica di esercizi fisici quotidiani deve ridurne ulteriormente l'intensità e distribuirli in più sedute; le piacevoli camminate vanno riservate solo alle ore più fresche della giornata. Va utilizzata con moderazione l'aria condizionata, evitando eccessivi sbalzi termici tra esterno e interno delle abitazioni.

FAP Acli Vicenza

 

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D: Le spese per i centri estivi dei figli sono detraibili?

 

R: Purtroppo no, al momento per la frequenza dei figli nei centri estivi, colonie, campus, eccetera, la normativa non prevede nessuna detrazione Irpef. Queste spese infatti, con l’attuale categorizzazione degli oneri fiscali ai fini del 730, non potrebbero essere classificate né come frequenza scolastica né come pratica sportiva dilettantistica dei ragazzi. Pertanto, non possono essere indicate nella dichiarazione dei redditi tra gli oneri detraibili o deducibili.

Per maggiore assistenza è possibile rivolgersi al CAF ACLI.

Prenota il tuo appuntamento oppure trova la sede a te più vicina, ti aspettiamo!

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Il panorama delle prestazioni previste per gli invalidi è molto vasto e spesso può creare confusione in chi purtroppo si approccia, per necessità, a questo mondo.

Innanzitutto, bisogna distinguere cosa vuol dire “invalidità” dal punto di vista previdenziale e dal punto di vista assistenziale. A fronte delle stesse patologie, le differenze tra i due aspetti sono sostanziali sia per le definizioni del termine e sia per le prestazioni. Bisogna quindi partire dalla definizione dei termini “previdenza” ed “assistenza”.

La previdenza sociale

La “previdenza sociale” è l’impianto legislativo ed organizzativo, istituito dallo Stato ai sensi dell’art. 38 della Costituzione“I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.

La previdenza sociale si basa su un sistema “assicurativo”, gestito dagli Istituti ed Enti previdenziali, finanziato dai contributi versati da tutti i lavoratori e dalle aziende. I principali Istituti sono:

· l’INPS, che gestisce l’assicurazione I.V.S., per l’Invalidità, la Vecchiaia ed i Superstiti.

· l’INAIL, che gestisce l’assicurazione per gli infortuni e le malattie professionali.

Come qualsiasi assicurazione, il sistema previdenziale, a fronte dei contributi versati, eroga le prestazioni economiche ai propri assicurati che si trovano in situazione di bisogno e possono fare valere determinati requisiti.

L’assistenza sociale

Il ruolo dell’assistenza sociale è definito anch’esso nell’art. 38 della nostra Costituzione“Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. […] Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale”.

Nell’ambito dell’assistenza sociale i compiti sono affidati alla Pubblica Amministrazione, nei suoi vari livelli territoriali, consistenti nella fornitura di prestazioni, normalmente gratuite, dirette all’eliminazione delle disuguaglianze economiche e sociali all’interno della società.

Differenze tra l’Invalidità “previdenziale” e l’invalidità “assistenziale”

· Sotto l’aspetto “previdenziale”, oltre allo stato sanitario del soggetto, per avere diritto ad una prestazione bisogna intanto che la persona sia “assicurata”, quindi che siano stati versati i contributi previdenziali, e che la propria patologia comporti una riduzione delle capacità lavorative e di guadagno.

· Sotto l’aspetto “assistenziale”, l’eventuale diritto alle prestazioni non dipende dall’aspetto assicurativo, quindi contributivo, ma dal quadro socio-sanitario del soggetto e dalle sue condizioni reddituali.

In conclusione, due persone con la stessa patologia possono trovarsi in condizioni diametralmente diverse dal punto di vista socio-economico. Illustreremo quindi le diverse prestazioni di invalidità “previdenziale” e di invalidità “assistenziale” in altre due news che troverete sul nostro sito.

Prenota un appuntamento

Le sedi del Patronato ACLI sono a tua disposizione per un’assistenza e consulenza personalizzata, al fine di poter richiedere le prestazioni alle quali hai diritto sulla base della tua situazione.

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Fonte: Patronato Acli nazionale - Raffaele De Leo

 

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