Articoli filtrati per data: Settembre 2024

Per i pensionati INPS è arrivato il momento della “quattordicesima” mensilità di pensione. Per la maggior parte degli aventi diritto, l’INPS provvede a pagare automaticamente questa mensilità aggiuntiva, sulla base dei redditi dei pensionati relativi agli anni precedenti. 

Per chi invece non ha mai ricevuto la quattordicesima INPS non avendo avuto in passato i requisiti o per altri motivi, ecco le informazioni da sapere per poterne richiedere il pagamento. 

Quali pensioni sono interessate all’erogazione della quattordicesima? 

La quattordicesima spetta ai titolari delle seguenti tipologie di pensioni: 

  • Pensione di vecchiaia 
  • Pensione di anzianità 
  • Pensione anticipata 
  • Pensione di invalidità o di inabilità 
  • Pensione ai superstiti 

 Non spetta invece sulle prestazioni di natura assistenziale come le invalidità civili, gli assegni sociali, rendite INAIL e trattamenti non INPS. 

Requisito anagrafico 

Il primo requisito importante è quello dell’età anagrafica: hanno diritto alla quattordicesima i pensionati che, alla data del 31 luglio 2022 abbiano almeno 64 anni di età. Per coloro che compiono i 64 anni di età nei mesi successivi, dal 1° agosto al 31 dicembre 2022, la mensilità aggiuntiva verrà liquidata con la rata della pensione di dicembre 2022. 

Requisito reddituale 

Per il diritto alla quattordicesima, viene considerato il reddito personale del pensionato (quindi non cumulando anche quello del coniuge) e gli anni di contributi versati prima del pensionamento. Sono considerate due diverse fasce reddituali determinate sulla base del trattamento minimo mensile che, nel 2022, ammonta a € 524,35.  

Limiti di reddito per il diritto alla QUATTORDICESIMA 2022 

 

1° fascia – Reddito fino a 1,5 volte al trattamento minimo 

2° fascia – Reddito fino a 2 volte al trattamento minimo 

Categorie 

Limite reddito 

Importo 14° 

Limite reddito 

Importo 14° 

Lav. dipendenti con meno di 15 anni di contributi  Lav. autonomi con meno di 18 anni di contributi 

fino a 10.224,83 

€ 437,00 

tra 10.325,83 e 13.633,1 

€ 336,00 

da 10.224,83 fino a 10.325,83 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 10.661,83 

Oltre 13.633,1 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 13.969,1 

 

Lav. dipendenti con più di 15 ma meno di 25 anni di contributi Lav. autonomi con più di 18 ma meno di 28 anni di contributi 

fino a 10.224,83 

€ 546,00 

tra 10.350,83 e 13.633,1 

€ 420,00 

da 10.224,83 fino a 10.350,83 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 10.770,83 

Oltre 13.633,1 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 14.053,1 

 

Lav. dipendenti con più di 25 anni di contributi Lav. autonomi con più di 28 anni di contributi 

fino a 10.224,83 

€ 655,00 

tra 10.375,83 e 13.633,1 

€ 504,00 

da 10.224,83 fino a 10.375,83 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 10.879,83 

Oltre 13.633,1 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 14.137,1 

 

I pensionati che non riceveranno (o non hanno mai ricevuto) la quattordicesima e ritengono di averne diritto, possono verificare i requisiti sopra elencati rivolgendosi agli operatori del Patronato ACLI i quali forniranno l’assistenza e, eventualmente, presenteranno la richiesta all’INPS. 

Raffaele De Leo 

Fonte: patronato.acli.it

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Nel 730/2022 fa il suo debutto il credito d’imposta riservato ai giovani under 36 che nel 2021 o nel 2022 hanno acquistato la loro prima casa approfittando delle agevolazioni speciali introdotte dal Decreto Sostegni-bis 73/2021. Per l’esattezza, la norma produce i suoi effetti a partire dalla data (quindi dalle compravendite) del 26 maggio 2021 e resterà valida – salvo proroghe della formula under 36 – fino al 31 dicembre 2022. Ora, come riportato nella Circolare AdE 12/E del 14 ottobre 2021, il credito di imposta prima casa under 36 “può essere fatto valere in sede di presentazione della prima dichiarazione dei redditi successiva all’acquisto, ovvero della dichiarazione relativa al periodo di imposta in cui è stato effettuato l’acquisto stesso”.

In buona sostanza, dando per assodato che gli acquirenti under 36 del 2021 (periodo dal 26 maggio-31 dicembre) avranno atteso questo 730/2022 per inserire la richiesta del credito, va pure detto che lo stesso 730/2022 offre comunque ospitalità anche ai crediti spettanti a coloro che hanno acquistato casa nel 2022; per questi ultimi, quindi, c’è in ballo la doppia opportunità di dichiarare subito il credito nel 730/2022, come fanno gli acquirenti del 2021, oppure aspettare l’anno prossimo dichiarandolo nel 730/2023 (contatta CAF ACLI per avere assistenza).

Asse portante di queste disposizioni, come spesso accade quando si tratta di benefici concessi sulla base di soglie economiche selettive, è l’indicatore ISEE che non può superare quota 40.000 euro al momento dell'acquisto (per il calcolo ISEE è possibile Prenota il tuo appuntamento prenotare un appuntamento tramite l'area myCAF). L’altro requisito fondamentale è chiaramente quello dell’età anagrafica: under 36 vuol dire che il beneficio è concesso a coloro che non compiono 36 anni nello stesso anno in cui viene stipulato l’atto di acquisto della prima casa.

Quindi il fatto di non aver ancora compiuto 36 anni al momento della firma del rogito potrebbe non essere sufficiente. Se ad esempio la firma è avvenuta a febbraio 2022, quando il giovane aveva ancora 35 anni, ma poi il compimento dei 36 è scoccato ad aprile 2022, il beneficio non sarà applicabile. Sarà quindi necessario che in tutto l’anno 2022 il giovane acquirente non compia 36 anni.

Riassumendo: nell’attuale 730/2022 è possibile “riscuotere” i crediti relativi agli acquisti di prime case con la formula under 36 siglati nel 2021 (a partire dal 26 maggio) e nel 2022 prima di aver presentato la dichiarazione. Per rientrare nel beneficio devono essere acquisti soggetti a IVA, appunto perché il credito sarà pari all’IVA del 4% pagata sull’acquisto dell’immobile. Quel 4%, quindi, che produce in pratica l’effetto di una normale detrazione sull’imposta lorda, equivarrà al credito sottratto all’IRPEF dovuta in dichiarazione.

Fonte - www.caf.acli.it

 

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Per maggiori informazioni www.aclivicenza.it

 
 
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Per tutelare i lavoratori impiegati in attività particolarmente faticose e pesanti, è stata istituita la possibilità di anticipare l’età pensionabile che è stata mantenuta, seppur con alcune modifiche, dalla Legge Fornero del 2011. 

Le macro categorie dei lavori usuranti 

La normativa per i lavori usuranti è attivabile dai soli lavoratori dipendenti (sia del settore privato che del pubblico impiego) che abbiano svolto nell’arco della propria vita lavorativa talune attività. Le attività in questione sono riconducibili alle seguenti quattro macro-categorie. 

 Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti, cioè coloro che svolgono lavori in galleria, cava o miniera; lavori ad alte temperature; lavori in cassoni ad aria compressa; attività per l’asportazione dell’amianto; attività di lavorazione del vetro cavo; lavori svolti dai palombari; lavori espletati in spazi ristretti. 

 Lavoratori notturni che lavorano su turni e prestano la loro attività per almeno 6 ore, per un numero minimo di giorni lavorativi all’anno non inferiore a 64; lavoratori che prestano la loro attività per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno lavorativo; 

 Lavoratori addetti alla linea di catena impegnati all’interno di un processo produttivo in serie contraddistinto da un ritmo determinato da misurazione di tempi di produzione, che svolgono attività caratterizzate da ripetizioni costanti dello stesso ciclo lavorativo; 

 Lavoratori conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti al servizio pubblico di trasporto collettivo. 

Per poter accedere alla pensione anticipata per i lavori usuranti, queste attività devono essere state svolte per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di servizio, o per almeno la metà della vita lavorativa complessiva. 

Il vantaggio per questi lavoratori consiste nella possibilità di accedere alla pensione con il vecchio sistema delle quote, se più favorevole rispetto alle regole di pensionamento introdotte con la Riforma Fornero. 

Gli “usuranti” quindi potranno accedere alla pensione con un’anzianità contributiva minima di 35 anni, un’età minima pari a 61 anni e 7 mesi ed il quorum della quota 97,6. 

Come fare la domanda?

La domanda è telematica e deve essere corredata della documentazione necessaria a dimostrare l’avvenuto svolgimento dell’attività lavorativa usurante 

Le maggiori difficoltà sono legate alla ricerca della documentazione, quando si deve dimostrare un’attività usurante avvenuta nei primi anni di carriera lavorativa può succedere infatti che il tempo trascorso sia tale che la documentazione (la certificazione dei turni) non sia più archiviata o che addirittura non ci sia più il vecchio datore di lavoro. 

Gli uffici del Patronato ACLI sono a vostra disposizione per verifica, consulenza e assistenza nella preparazione e invio della domanda di pensione all’INPS:

Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!

fonte www.patronato.acli.it

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Aggiungere vita agli anni: gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per lInvecchiamento in Salute.

 

L’ONU ha deciso di concentrare l’attenzione di una buona parte delle sue risorse dedicando il decennio 2020 - 2030 all’Invecchiamento in Salute: non è una novità per noi della FAP, che partecipiamo a livello nazionale all’iniziativa “Happy Ageing” fin dalla sua fondazione e che nel territorio da sempre proponiamo di formare e informare i nostri soci su temi della salute e della prevenzione. Ma questa volta ci pare importante sottolineare la notizia e porla alla vostra attenzione perché nel documento si collegano le buone pratiche del vivere bene ed in salute ai 17 Obiettivi ONU di Sviluppo Sostenibile.

Il Decennio ONU sullInvecchiamento in Salute (2020-2030)” è una collaborazione mondiale allineata agli ultimi dieci anni degli Obiettivi sullo Sviluppo Sostenibile che mette insieme governi, società civile, agenzie internazionali, professionisti, mondo dell’accademia, i media e il settore privato per migliorare la vita dei più anziani, delle loro famiglie e delle comunità in cui vivono. La popolazione mondiale sta invecchiando più velocemente rispetto al passato e questa transizione demografica avrà un impatto praticamente su tutti gli ambiti della società.

Già oggi, sono più di 1 miliardo le persone che hanno più di 60 anni, la maggior parte vive in paesi con reddito medio basso. Molti non hanno accesso nemmeno alle risorse di base necessarie per una vita degna di essere vissuta. Molti altri si confrontano con molteplici barriere che li ostacolano in una piena partecipazione sociale. La pandemia da Covid-19 ha evidenziato il grande divario esistente nelle politiche, nei sistemi e nei servizi. Una decade di azioni globali e concertate è quindi necessaria ed urgente per assicurare ai più anziani una vita piena rispetto al proprio potenziale, degna e sostenibile all’interno di un ambiente sano.

A livello mondiale, non ci sono molte evidenze che le persone più anziane vivano oggi in condizioni di salute migliori delle precedenti generazioni. Inoltre, la buona salute in età anziana non è distribuita ugualmente, sia all’interno di una zona geografica che nel confronto tra più zone. Per esempio, c’è una differenza media di 31 anni rispetto ad una sana aspettativa di vita alla nascita e di 11 anni di previsione di vita salutare a 60 anni, se si confrontano le diverse nazioni. Una buona salute, infatti, aggiunge vita agli anni. Le opportunità che emergono dall’aumentare della longevità dipendono fortemente dall’Invecchiamento in Salute, alcune sono riportate nella Mozione Congressuale votata nel corso del recente Congresso Provinciale della FAP.

Vivere la terza età in buona salute, continuando a partecipare alle dinamiche della società per essere parte integrante delle famiglie e delle comunità.

Implicazioni negative, invece, sulle persone e sulla società, se la condizione anziana viene vissuta in condizioni di salute precaria, di isolamento sociale, o di forte dipendenza dalle cure.

Quattro sono le aree di intervento: la Promozione di un Ambiente amico dellinvecchiamento, Ostacolare i pregiudizi, lIntegrazione delle Cure e le Cure di Lungo Periodo.

Un ambiente amico dellinvecchiamento è semplicemente un luogo migliore nel quale crescere, vivere, lavorare, giocare ed invecchiare. Si può creare rimuovendo le barriere fisiche e sociali oltre che implementando politiche, sistemi, servizi, prodotti e tecnologie per un invecchiamento in salute e permettendo alle persone, di continuare a coltivare valori, interessi e affetti di una vita.

Nonostante i molti contributi apportati dalle persone più anziane alla società e lampia varietà di questi, restano purtroppo ancora molto radicate le propensioni negative nei confronti delle stesse.  

Stereotipi (come si pensa), pregiudizi (come ci si sente) e discriminazione (come si agisce) sono spesso il fondamento di questi atteggiamenti e influenzano le persone di ogni età, ma questo è particolarmente deleterio nei confronti del benessere e della salute delle persone anziane.

Le persone anziane hanno bisogno di un accesso agevolato a servizi sanitari di buona qualità che comprendano la promozione, la prevenzione, cure riabilitative e palliative; vaccini e medicine essenziali di buona qualità, sicure, a buon prezzo ed efficaci; cure dentali e tecnologie assistive, ma che allo stesso tempo assicurino un impatto finanziario non troppo elevato.

Il declino significativo nella capacità fisica e mentale può limitare l’abilità delle persone anziane nel curarsi e nel partecipare alla società. Laccesso a tecnologie assistive e di supporto, alla riabilitazione e ad ambienti inclusivi può migliorare la situazione; d’altronde molte persone raggiungono una fase della vita nella quale non ci si può più curare senza supporto o assistenza. Laccesso a cure di lungo termine di buona qualità è essenziale affinché tali persone mantengano le loro abilità funzionali, godano dei diritti umani fondamentali e vivano con dignità.

Il documento ONU propone quindi azioni, indicatori e dati disaggregati collegati alla maggior parte dei 17 Obiettivi ONU sulla Sostenibilità.

Per i soci FAP della nostra provincia è accessibile un corso sulla Conferenza di Parigi sul Clima del 2015 e sull’Agenda ONU 2030 e uno dal titolo “Invecchiare Bene ed in Salute”; per iscriversi basta cliccare sotto sul pulsante FAP FORMAZIONE per ricevere le credenziali di accesso. La formazione e linformazione sono i due pilastri che sostengono la partecipazione ad una vita in salute, lo saranno sempre di più per poter accedere alle agevolazioni che le istituzioni pubbliche e private mettono a disposizione dei pensionati e delle loro famiglie.

 

 

 

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Ai fini del Bonus 200 euro, che verrà erogato in linea di massima nel periodo di luglio (per lo meno a luglio lo riceveranno dipendenti e pensionati), varranno regole differenti in base alla categoria di cui si fa parte. Sull’indennità una tantum introdotta dal Decreto Aiuti 50/2022 ci stiamo facendo adesso un’idea più precisa dopo la pubblicazione del testo normativo in Gazzetta Ufficiale.

Di sicuro, l’aspetto che maggiormente salta all’occhio rispetto alle bozze del testo che erano circolate, è l’eliminazione del criterio “reddituale” - a vantaggio di un criterio “contributivo” - per tracciare il confine tra aventi e non aventi diritto nell’ambito dei lavoratori dipendenti; criterio reddituale che invece il legislatore ha deciso di mantenere per la categoria dei pensionati.

Quanto invece agli autonomi, il decreto non stabilisce nessun indirizzo specifico di erogazione, ma demanda a un successivo decreto – di concerto fra i dicasteri di Lavoro e Finanza – il compito di tracciare le regole operative per la concessione dell’indennità.

C’è poi tutto l’ampio comparto delle “altre categorie di soggetti” non classificabili come dipendenti o pensionati, e tantomeno come autonomi, che in ogni caso saranno destinatarie del bonus, e per le quali varranno regole ancora diverse avendo come riferimento l’INPS.

Vediamo allora com’è stata disciplinata l’indennità una tantum di 200 euro all’indirizzo delle seguenti categorie:

  • lavoratori dipendenti;
  • pensionati;
  • lavoratori autonomi;
  • altre categorie: disoccupati, lavoratori domestici, percettori di Reddito di Cittadinanza.

 
Lavoratori dipendenti
Come accennavamo, rispetto a quanto era emerso dalle bozze del decreto prima che fosse pubblicato in Gazzetta, la differenza sostanziale sta nella scelta di un criterio “contributivo” anziché “reddituale” per delimitare il diritto all’indennità. Posto che il lavoratore, se in possesso dei requisiti, si ritroverà automaticamente questi 200 euro “caricati” sulla busta paga di luglio (quindi in buona sostanza non dovrà richiederli), quel che va rimarcato è appunto il criterio selettivo di stampo contributivo opzionato dal legislatore.

Praticamente, per stabilire chi avrà diritto ai 200 euro, non verrà verificato il superamento dei 35.000 euro di reddito nel 2021, piuttosto se il lavoratore (che comunque non deve percepire alcun trattamento pensionistico) abbia beneficiato “per almeno una mensilità nel primo quadrimestre dell’anno 2022” dell’esonero contributivo pari allo 0,8% “sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore”. Tale esonero è oltretutto riconosciuto a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l'importo di 2.692 euro.

In parole povere il lavoratore dovrà andare a “spulciarsi” le buste paga del periodo gennaio-aprile 2022 e controllare se la suddetta riduzione contributiva dello 0,8% abbia avuto luogo in almeno una di quelle quattro buste paga: se la risposta sarà sì, allora si potrà beneficiare dei 200 euro sulla busta paga del prossimo luglio.

Pensionati
Anche per loro non ci sarà bisogno di fare domanda: sarà l’INPS, infatti, previa verifica dei requisiti, a versare d’ufficio l’indennità di 200 euro sulla mensilità pensionistica di luglio. E a proposito di requisiti, per i pensionati è stato invece mantenuto il tetto dei 35.000 euro annui di reddito quale discrimine fra aventi e non aventi diritto. Tale somma va intesa quale “reddito personale assoggettabile ad IRPEF, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, per l’anno 2021”; quindi temporalmente si tratta del reddito totalizzato dal pensionato nel 2021 e riportato nelle CU INPS 2022, considerando inoltre che non vanno inclusi nel cumulo dei 35.000 euro alcune eventuali fonti di reddito quali “i trattamenti di fine rapporto comunque denominati, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata”.

Lavoratori autonomi
È la categoria della quale si sa meno perché il legislatore – oltre a stanziare una dotazione finanziaria di 500 milioni per “coprire” l’erogazione del bonus – non ha di fatto delineato nessun identikit riguardo a coloro che ne avranno diritto, derogando anzi ai dicasteri di Economia e Lavoro l’adozione, entro 30 giorni dall’entrata in vigore del Decreto Aiuti, di un provvedimento attuativo ove siano “definiti i criteri e le modalità per la concessione dell'indennità”. È certo in ogni caso che il bonus andrà a esaurimento, essendo appunto finanziato da un Fondo limitato a 500 mln; quindi, a parità di requisiti, anche il fattore tempo con cui i papabili beneficiari faranno domanda potrebbe rivelarsi decisivo.

Lavoratori domestici, disoccupati, percettori di Reddito di Cittadinanza e altri.
Per quanto riguarda i lavoratori domestici, ai fini del bonus viene indicato come unico requisito la presenza “di uno o più rapporti di lavoro alla data di entrata in vigore del presente decreto”: cioè al 18 maggio 2022 (pubblicazione in GU del Dl Aiuti) il lavoratore domestico deve avere almeno un contratto in essere presso una famiglia, in virtù del quale potrà poi fare domanda per ricevere il versamento dei 200 euro (domanda che andrà fatta tramite INPS o Patronato).

Vi è poi tutta una serie di soggetti che dovranno fare domanda per ricevere i 200 euro:

  • percettori dell’indennità di disoccupazione Naspi;
  • lavoratori che percepiscono l’indennità di disoccupazione agricola di competenza del 2021;
  • titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa i cui contratti sono attivi alla data di entrata in vigore del Decreto Aiuti, nonché iscritti alla Gestione Separata, il cui reddito derivante dai suddetti rapporti non sia superiore a 35.000 euro per l'anno 2021;
  • lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali, dello spettacolo e dello sport;
  • lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti che nel 2021 abbiano svolto la prestazione per almeno 50 giornate percependo un reddito, derivante dai suddetti rapporti, non superiore a 35.000 euro;
  • gli iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo che nel 2021 abbiano almeno 50 contributi giornalieri versati con un reddito derivante dai suddetti rapporti non superiore a 35.000 euro;
  • gli incaricati alle vendite a domicilio con reddito derivante dalle medesime attività, nell'anno 2021, superiore a 5.000 euro, titolari di partita IVA attiva e iscritti alla Gestione separata alla data di entrata in vigore del Decreto Aiuti.

 
Nuclei beneficiari del Reddito di Cittadinanza
Anche loro potrebbero rientrare fra i destinatari del bonus, che in questo caso verrebbe erogato unitamente alla rata mensile del RdC, ma ad una condizione: ovvero che sussista la compatibilità fra i due benefici, cioè in pratica l’INPS controllerà che nessuno dei componenti del nucleo (già percettore del RdC) sia al tempo stesso destinatario del bonus 200 euro in qualità di dipendente, pensionato, autonomo, disoccupato, ecc.

fonte www.caf.acli.it

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Il beneficio per coloro che svolgono un lavoro riconosciuto usurante, consiste nella possibilità di accedere a pensione con il vecchio sistema delle quote , se più favorevole  rispetto alle regole di pensionamento introdotte con la Riforma Fornero.  

Nello specifico gli usuranti possono andare in pensione con una anzianità contributiva minima di 35 anniuna età minima pari a 61 anni e 7 mesi  ed il contestuale perfezionamento del  quorum  97,6.  

Il lavoro notturno 

I requisiti sopra indicati si applicano anche ai lavoratori notturni che svolgono attività lavorativa per almeno 3 ore (nell’intervallo ricompreso tra la mezzanotte e le cinque) nell’intero anno lavorativo; oppure per almeno 6 ore (sempre nell’intervallo ricompreso tra la mezzanotte e le cinque) per almeno 78 giorni l’anno.  

Se il lavoro notturno è svolto per meno di 78 giorni l’anno, i valori di età e di quota pensionistica sono aumentati di due anni se il lavoro notturno annuo è stato svolto per un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 e di un anno se le giornate annue in cui si è svolto il lavoro notturno sono state da 72 a 77.  

Da quando spetta la pensione 

La pensione decorre, di regola, dal primo giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti. Si rammenta che la medesima disposizione ha, inoltre, congelato i futuri adeguamenti alla speranza di vita sino al 31 dicembre 2026.  

Lavoratori dipendenti con i contributi anche da autonomi 

Il beneficio per gli usuranti, come detto, riguarda solo i lavoratori dipendenti. Tuttavia la domanda intesa ad ottenere il riconoscimento dello svolgimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti può essere presentata anche da lavoratori dipendenti che raggiungono il requisito contributivo minimo cumulando la contribuzione versata in una delle Gestioni Speciali dei lavoratori  autonomi (es. commercianti o artigiani).  

In tal caso i requisiti anagrafici sono innalzati rispettivamente di un anno ciascuno e la decorrenza della pensione avviene trascorsi 18 mesi dal perfezionamento dei requisiti, in quanto la liquidazione della prestazione avviene a carico delle gestioni speciali.  

Quando presentare la domanda 

Per conseguire il beneficio del pensionamento gli interessati devono presentare una apposita domanda alla sede INPS, entro il  1° maggio  dell’anno  precedente  a quello in cui si maturano i requisiti agevolati, volta ad ottenere il riconoscimento di lavoro usurante. Per cui entro il 1° maggio 2022 potevano produrre la domanda i lavoratori che perfezionano i requisiti anagrafici e contributivi nel corso del 2023.

La presentazione della domanda oltre i termini sopra indicati comporta, in caso di accertamento positivo dei requisiti, il differimento del diritto alla decorrenza da uno a tre mesi a seconda dei mesi di ritardo.

Nello specifico il differimento è pari:  

1) ad un mese, per un ritardo della presentazione massimo di un mese;  

2) a due mesi, per un ritardo della presentazione superiore ad un mese ed inferiore a tre mesi;  

3) a tre mesi per un ritardo della presentazione pari o superiore a tre mesi. 

Come fare la domanda? 

La domanda è telematica e deve essere corredata della documentazione necessaria a dimostrare l’avvenuto svolgimento dell’attività lavorativa usurante 

Le maggiori difficoltà sono legate alla ricerca della documentazione, quando si deve dimostrare un’attività usurante avvenuta nei primi anni di carriera lavorativa può succedere infatti che il tempo trascorso sia tale che la documentazione (la certificazione dei turni) non sia più archiviata o che addirittura non ci sia più il vecchio datore di lavoro. 

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fonte www.patronato.acli.it

 
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LA MAGGIORANZA DELLE PERSONE ANZIANE DESIDERA RIMANERE A CASA PROPRIA PER POTER MANTENERE RAPPORTI SOCIALI E AFFETTIVI, ANCHE GRAZIE ALLE NUOVE TECNOLOGIE

RILEVANTE, TUTTAVIA, IL RISCHIO DI SOLITUDINE E LA NECESSITA' DI UNA RETE DI SORVEGLIANZA FAMIGLIARE-AMICALE-SOCIALE DEGLI ANZIANI SOLI

Sempre più anziani vivono soli: una condizione di fragilità da proteggere, attrezzandosi per prevenire i rischi più frequenti

 Tutte le indagini statistiche sono concordi nel considerare gli italiani tra i più longevi al mondo, assieme ai giapponesi. Secondo i dati comunicati dall' ISTAT, le persone over 75 anni di età, residenti in Italia al 1° gennaio 2019, sono 7.058.755, in prevalenza donne (60% dei casi). Sono inoltre 774.528 coloro che hanno superato i 90 anni con una netta prevalenza di donne: il 73%. Sono invece 14.456 le persone residenti in Italia che sempre al 1° gennaio 2019 hanno compiuto i 100 anni di età; donne nell’84% dei casi. 

Le statistiche ci dicono inoltre che le donne non solo vivono più a lungo degli uomini ma anche che più frequentemente invecchiano da sole (49,2% contro il 21,7% di uomini), soprattutto le ultraottantenni (55,4% contro 25% degli uomini). Anche in Veneto c'è una grande quantità di anziani soli, perché nubili/celibi (20%), divorziate/i (5%), ma soprattutto perché vedove o vedovi (75%). Sono loro la parte più fragile della società, rappresentata, per lo più, sempre da donne.  In valore assoluto gli anziani soli in Veneto sono 421.694, di cui uomini il 32,3% sul totale degli over 65 soli e, più del doppio, il 67,7%, donne. (Spi-Cgil del Veneto, 2018). 

Gli anziani “single” spesso vivono in abitazioni troppo grandi per le proprie esigenze, con impianti non a norma, barriere architettoniche e strutture non di rado addirittura fatiscenti, dove possono restare per lungo tempo isolati, senza che nessuno li contatti, rischiando di avere degli incidenti domestici a volte fatali, come purtroppo la cronaca periodicamente ci riporta, anche in Veneto. 

L'innalzamento dell’età media è accompagnato da un aumento dei rischi di fragilità e di essere affetti da forme di disabilità e malattie croniche, e pone l'obbligo di assumere una nuova attenzione alla problematica dell'invecchiamento ‘inclusivo' e, in particolare ai rischi dell'invecchiamento a casa propria, soprattutto delle persone che vivono sole.

Ma nonostante questo, secondo “Forbes”, prestigiosa rivista statunitense di economia, il 90% degli anziani, compresi i fragili, preferisce invecchiare a casa propria.  La scelta di trascorrere nel proprio alloggio la vecchiaia, fa sì che l’anziano possa restare più a lungo “autonomo” e possa prendere decisioni su come vivere la propria vita. Oltre a questo, permette al soggetto di godere direttamente o attraverso i vari strumenti di comunicazione anche digitale oggi disponibili, di maggiori contatti con i propri familiari e continuare a coltivare le proprie amicizie e i rapporti con i vicini. La casa propria rappresenta un luogo dove l'anziano si sente sicuro e sereno molto più che dentro le mura di una casa di riposo. 

Varie ricerche confermano che gli anziani che continuano a svolgere le piccole attività quotidiane nella propria abitazione sono più contenti e dinamici e vivranno per un periodo più a lungo e in serenità.

Vivere in casa propria la vecchiaia rappresenta un sogno anche per gran parte degli italiani. Sono infatti poche le persone che cambiano l’abitazione quando raggiungono un’età molto avanzata: pochi coloro che tornano a vivere con un figlio o una figlia, ma anche i trasferimenti in residenze per anziani. La casa di riposo è vista infatti come un ripiego, quando le condizioni di salute non consentono più di trovare altre soluzioni. 

Detto ciò, non possiamo non tener conto, che nel tempo della vecchiaia, soprattutto dopo gli 80 anni, sorgono, problematiche connesse ad una non completa autonomia, alla condizione di fragilità dovuta a pluripatologie croniche e all'affievolirsi della rete familiare e amicale

Di seguito si propongono tre situazioni che più di altre possono rappresentare, per frequenza o importanza, un rischio per la salute e l'autonomia della persona anziana che vive sola nella propria abitazione, accompagnate da qualche consiglio per la sua sicurezza e il suo benessere sia fisico che psicologico.

  1. Rischi di cadute e incidenti domestici in casa 

Gli incidenti domestici sono ancora più pericolosi per gli anziani, dal momento che questi ultimi impiegano più tempo per recuperare le capacità motorie e il tono muscolare. Inoltre, questi infortuni possono minare la loro indipendenza e dunque impattare fortemente anche sull’aspetto psicologico. Basti pensare alla difficoltà con la quale spesso gli anziani si riprendono dopo la rottura del femore o dell’anca. 

Con le dovute attenzioni si può rendere più sicura l’abitazione di una persona anziana che vive da sola in casa e vari sono i consigli che chi si occupa di questi problemi ci può suggerire.  

-Organizzare gli oggetti di uso comune in posizioni fisse, facilmente raggiungibili

-Liberare il più possibile lo spazio nelle stanze ed eliminare gli ostacoli al movimento, i mobili di intralcio al passaggio, i tappeti. 

-Se l'abitazione è dotata di scale interne rendere i gradini ben visibili, ad esempio, con dello scotch colorato; valutare eventualmente anche di installare un montascale con seduta; lasciare libere le scale da vasi, piante e qualunque altro oggetto sul quale l’anziano potrebbe inciampare. 

-Inserire degli appigli sicuri in bagno per aiutare la persona ad alzarsi, come le maniglie nella doccia, e altri strumenti utili a evitare cadute, come i sedili e i tappetini antiscivolo nella vasca. 

-Controllare che gli impianti del gas e dell’elettricità siano a norma, e installare un rilevatore di fughe di gas. 

-Munire l'anziano di un dispositivo di telesoccorso che avvisi tempestivamente i familiari in caso di emergenza. 

-Raccomandare l'utilizzo del bastone o del deambulatore anche nei brevi spostamenti all’interno della casa. 

-Assicurare una illuminazione adeguata, in modo da ridurre il rischio di cadute e di inciampi, posizionando luci a LED nei punti più bui, per gli spostamenti dell’anziano all’interno della casa. 

-Prevedere un supporto per le pulizie e le faccende domestiche. 

-Utilizzare per la pulizia del pavimento prodotti igienizzanti, come un efficace sgrassatore oppure la candeggina, che assicurano un’accurata detersione e al contempo evitano eventuali scivolamenti. 

Furti e truffe agli anziani

Queste spiacevoli situazioni oltre a causare un danno economico all'anziano, possono nuocere anche dal punto di vista psicologico. 

E' importante informare l'anziano che vive solo delle insidie che si possono nascondere dietro ai falsi operatori di fornitori di gas, elettricità, compagnie telefoniche, oppure dietro ai finti corrieri. Consigliare all’anziano di non aprire mai la porta (o di interrompere la telefonata, in caso di una truffa telefonica) se non in presenza di un familiare

Raccomandare all'anziano di evitare di recarsi da solo a ritirare la pensione o a fare prelievi di contanti al bancomat. Dare un supporto (familiare o di un amico fidato) per quanto riguarda la gestione del pagamento delle bollette e, in generale, di tutto l’aspetto economico. 

Talune volte può essere utile installare un dispositivo antifurto nell’abitazione, per garantire una maggiore sicurezza. 

Solitudine 

Un fattore di rischio molto forte per le persone anziane che vivono sole è la “solitudine” intesa come rischio di isolamento fisico ma anche psicologico. Per questo gli anziani vanno spronati a coltivare degli interessi anche attraverso le associazioni e i gruppi presenti sul territorio che si ritrovano per praticare insieme hobby come la lettura, lo sport, la cucina, lo svago e l'arte: tutti modi per tenersi impegnati e circondarsi di amici e di cose belle. Gli studiosi, ci avvertono che la solitudine negli anziani può compromettere la salute mentale e predisporre, a seguito di cattiva alimentazione, incostante assunzione dei farmaci, sedentarietà, al peggioramento  di malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione arteriosa e possono portare a morti premature.  Queste situazioni sono particolarmente rischiose d'estate e d'inverno quando le temperature e il clima obbligano a ridurre molto le uscite di casa e sono state segnalate anche negli ultimi due anni di pandemia con i periodici lockdown e la necessità dei distanziamenti.  

La solitudine negli anziani è una concausa importante della depressione, che si manifesta subdolamente con la mancanza di stimoli e di interesse verso sé stessi e il mondo che li circonda. Gradualmente gli anziani soli possono perdere interesse per il cibo e per la cura del proprio aspetto e della propria salute. Secondo i geriatri, uno dei principali sintomi della depressione è la “sonnolenza diurna negli anziani” che viene spesso sottovalutato da chi ha rapporti con l'anziano e considerato un fatto fisiologico con l'età. La presenza di questo segno, da solo o assieme a quelli appena citati, deve essere considerato con attenzione dal medico curante, dall'assistente sociale o anche dal famigliare o un amico, ogniqualvolta  l'anziano che vive solo sia esposto a eventi stressanti (pensionamento, lutti), si trovi in precarie condizioni economiche, soffra di pluripatologie e dolori cronici o abbia una storia di depressione pregressa. Anche perchè, sempre i geriatri avvertono che la depressione senile può essere trattata con tanto più  successo, quanto prima viene diagnosticata.

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Si avvicina il 12 giugno, data del referendum abrogativo sulla Giustizia, che prevede cinque quesiti di grande importanza per la vita di ciascun cittadino e per la società. Le ACLI di Vicenza aps credono nell’importanza di fare formazione ed informazione, per questo il territorio si è da subito mobilitato, attraverso i propri circoli.

Così l’8 giugno alle 20 al Circolo Acli di Breganze (Sala Meridiana), in Piazza Mazzini n. 43 a Breganze, avrà luogo l’incontro pubblico: “Referendum abrogativi… scopriamo le carte!”, con l’intervento dell’avv. Elisabetta Zanon, membro della Presidenza provinciale delle ACLI di Vicenza aps.

Cosa sono i referendum per la Giustizia? Gli italiani dovranno rispondere a cinque quesiti promossi dal Partito radicale. Si va dall’abolizione delle firme per le candidature dei togati al Csm alla valutazione sulla professionalità degli stessi, dalla separazione delle carriere tra giudici e pm alla limitazione della carcerazione preventiva, fino alla legge Severino sull’incandidabilità e la decadenza degli eletti condannati.

Quando si vota? È previsto un quorum? Si voterà domenica 12 giugno, stesso giorno delle elezioni amministrative, che si terranno per rinnovare i sindaci ed i consigli comunali di 970 Comuni italiani, tra cui 21 capoluoghi di provincia e quattro capoluoghi di regione: Catanzaro, Genova, L’Aquila e Palermo. Per la validità della consultazione referendaria è necessario, però, che si rechino alle urne metà degli aventi diritti al voto più uno.

I quesiti. La separazione delle funzioni dei magistrati. Oggi, pm e giudici condividono la stessa carriera e si distinguono solo per funzioni. Il referendum, invece, punta a rendere definitiva la scelta, all’inizio della carriera, di una o dell’altra funzione.

Divieto di candidarsi (“Legge Severino”). Il quesito punta a cancellare la legge Severino, che ha introdotto decadenza e incandidabilità dei condannati in via definitiva per reati gravi contro la Pubblica Amministrazione, fissando inoltre un regime rigoroso per eletti e amministratori locali, non eleggibili o decaduti se condannati in primo grado. Con la vittoria dei sì, tornerebbe in vigore la legge precedente, che prevede l’interdizione dei pubblici uffici come pena accessoria decisa dal giudice.

Limitazione delle misure cautelari. Il referendum sulla limitazione delle misure cautelari punta a limitare i casi in cui è possibile disporre la custodia cautelare, cioè la detenzione degli indagati o impuntati prima della sentenza definitiva. Con la vittoria dei sì, i presupposti che consentono di arrestare qualcuno (prima che sia riconosciuto colpevole) vengono ristretti ai casi di pericolo di fuga, inquinamento delle prove e rischio di commettere reati di particolare gravità, con armi o altri mezzi violenti. La custodia cautelare non sarà confermata per il reato di finanziamento pubblico dei partiti.

Le liste dei candidati al Consiglio Superiore della Magistratura. Il quesito riguarda le norme che regolano l’elezione della componente togata nel Csm: se vincessero i sì, sparirebbe l’obbligo di 25 firme di magistrati per proporre una candidatura. Secondo i promotori questo limiterebbe il peso delle correnti nel Consiglio Superiore.

Le pagelle degli avvocati ai magistrati. Con un intervento abrogativo di una legge del 2006, all’interno del Consiglio direttivo della Cassazione e dei Consigli giudiziari regionali, gli avvocati potrebbero valutare la professionalità di pm e giudici.

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"L'amministratore di sostegno. La tutela delle persone fragili parte dalla famiglia" è il tema dell'incontro promosso dalle ACLI di Vicenza aps in programma venerdì 27 maggio alle 17.30 al Circolo Acli di Valdagno in Piazza del Mercato n. 4.

A condurre il pomeriggio di approfondimento, che è finanziato con fondi del 5 per mille dell'Irpef - annualità 2020, sarà l'avv. Alessandra Visonà.

L'amministratore di sostegno è una figura istituita dalla legge n. 6/2004 per tutelare e assistere chi non riesce a provvedere ai propri interessi, in ragione di una infermità o menomazione fisica o psichica anche temporanea o parziale. Nel corso dell’incontro l’avv. Visonà esaminerà compiutamente questa opportunità offerta e sarà disponibile al dibattito con i presenti in sala.

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"Ucraina: uniti nella speranza. Una testimonianza di storia civile ed ecclesiale" è il tema dell'incontro promosso dai Circoli Acli della Zona di Bassano del Grappa, in programma martedì 24 maggio alle 20.30 alla Cappella del Centro Giovanile di Bassano del Grappa, in Piazzale Cadorna n. 34/A.
Relatore della serata sarà il rev. Vasyl Kyshenyuk, presbitero responsabile delle Comunità greco-cattoliche ucraine di Vicenza e di Bassano del Grappa.
Introdurrà la serata don Andrea Guglielmi, Arciprete Abate di Bassano del Grappa. Le conclusioni sono affidate a Carlo Cavedon, presidente provinciale delle ACLI di Vicenza aps. L'incontro sarà moderato dal giornalista Lorenzo Parolin.

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